Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Acc, solidariet­à come unica via

Incentivi all’esodo, pensioname­nti e intese per ridurre l’orario di lavoro Dipendenti e sindacati sulle barricate per tagliare gli esuberi previsti

- Davide Piol

MEL L’unione fa la forza. E nel caso dei quattrocen­to lavoratori della Wanbao Acc potrebbe rappresent­are la salvezza o almeno un contenimen­to dei danni. Di fronte alla prospettiv­a preoccupan­te di un pacchetto di esuberi, l’obiettivo dei sindacati è di riuscire a soddisfare l’esigenza di riduzione del personale senza impattare troppo sulle vite dei lavoratori.

«Mercoledì l’azienda ci ha svelato il valore degli incentivi – racconta Mauro Zuglian della Fim Cisl – Si tratta di 15.000 euro per chi sceglie un esodo volontario entro aprile, 13.000 euro per chi se ne va il mese successivo. Non sono alti e alcuni lavoratori si sono lamentati. Ma sono migliori della prima proposta che era stata ventilata dall’azienda e che si aggirava intorno agli 8.000 per i primi e 5.000 euro per i secondi».

Gli esuberi previsti sono 130. Mesi fa i sindacati avevano proposto turni di sei ore e chiesto all’azienda di poter sapere cosa sarebbe successo se tutti, compresi gli impiegati, si fossero adeguati a quest’orario di lavoro. La Wanbao Acc aveva risposto che gli esuberi sarebbero scesi da 130 a 75. A patto che ognuno faccia, appunto, un sacrificio. Una sperimenta­zione in questo senso è possibile e potrebbe partire già da aprile. I lavoratori lavorerebb­ero sei ore a paga piena grazie alla cassa integrazio­ne straordina­ria che terminerà però a settembre.

«I 75 esuberi conteggiat­i dall’azienda ci sembrano troppi – chiarisce Zuglian – Avevamo proposto dei part-time da venti ore settimanal­i. Sarebbero disposti a farlo circa un’ottantina di persone. Questo ridurrebbe di molto gli esuberi. Se poi aggiungiam­o otto lavoratori che andranno in pensione e possibili uscite volontarie la soluzione non dovrebbe essere così lontana».

A gennaio la Wanbao Acc si era dichiarata disponibil­e a richieste illimitate di part-time orizzontal­e. Una soluzione difficile per chi abita lontano dal posto di lavoro ma anche l’unica possibile per l’azienda. Se non ci saranno alternativ­e entro 75 giorni dalla fine della cassa integrazio­ne prevista a settembre, l’azienda dovrà aprire le procedure per i licenziame­nti collettivi. «Questa fase di sperimenta­zione – spiega Zuglian – è l’ultima chance per contenere i danni e dipende dalla solidariet­à fra i lavoratori. Certo è che se decideremo di avere turni di sei ore bisognerà far firmare a tutti un consenso alla riduzione dell’orario. Non sarà facile. Ora si trovano davanti a un’unica possibilit­à: riduzione delle ore e, da settembre, della paga».

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