Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Superato il coma, per Fanesi la «beffa» del Daspo
VICENZA «Oltre al danno, ecco la beffa». Massimiliano Fanesi è arrabbiato. Continua a dire di avere fiducia nella giustizia «ma è chiaro che qualcosa non va, almeno nei tempi delle risposte che ci aspettiamo da chi sta indagando». Massimiliano è il fratello di Luca Fanesi, il tifoso della Sambenedettese rimasto ferito dopo la partita disputata il 5 novembre allo stadio «Menti», contro il Vicenza. Entrato in coma, diversi testimoni hanno puntato il dito contro la polizia sostenendo che a procurargli quelle contusioni alla testa sarebbero stati gli agenti, nel corso dei tafferugli con gli ultrà ospiti.
In attesa che la procura chiarisca se l’operato dei poliziotti sia stato corretto o meno, ieri il colpo di scena: a Luca Fanesi è stato notificato l’avviso di apertura di un procedimento che, entro poche settimane, porterà alla notifica di un Daspo della durata di almeno cinque anni. L’accusa è di aver fatto parte del gruppo che quel giorno scese da un pullman, percorse qualche centinaio di metri, e aggredì dei tifosi biancorossi. Poi, mentre tornavano sui loro passi, gli ultrà si trovarono la strada sbarrata dalla polizia. È in quegli istanti che il 44enne di San Benedetto del Tronto fu colpito alla testa.
In questi mesi la polizia ha identificato, attraverso i filmati della videosorveglianza, i trenta tifosi scesi dal pullman per dirigersi verso i «rivali» vicentini. Diciotto di loro risultano anche indagati per reati che vanno dal porto di oggetti atti a offendere (bastoni, mazze...) al travisamento, fino alla rissa. Nell’elenco dei denunciati non risulta Fanesi che però faceva parte del gruppo e per questo nei suoi confronti scatterà il Daspo che gli impedirà di assistere alle manifestazioni sportive per i prossimi anni.
«Ha dieci giorni di tempo per presentare una memoria difensiva spiega il fratello Massimiliano - ma è ridicolo: la polizia sa bene che, a causa delle percosse ricevute, non ricorda nulla di quel giorno».