Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sulla Petrillo il macigno delle prove: «Non ha vaccinato il 90% dei bimbi»

In Procura gli esami dei periti. La difesa: «Falso, affrontere­mo il processo»

- di Milvana Citter

TREVISO Emanuela Petrillo, a Treviso, avrebbe vaccinato solo un bambino su dieci. Un po’ di più a Codroipo, ma sempre con numeri che, per i periti del tribunale, sono «indicativi di una mancata somministr­azione dei vaccini e non possono essere associati ad altre cause».

Ieri, davanti al gip Mariarosa Persico (tribunale di Udine), i risultati del lavoro dei periti Carlo Moreschi e Giancarlo Icardi sono stati cristalliz­zati in incidente probatorio come prova a carico di Petrillo, indagata per peculato, omissione di atti d’uffici e falsità in certificaz­ioni nell’inchiesta coordinata dal sostituto procurator­e Claudia Danelon. E sono dati che non lascerebbe­ro spazio a dubbi: sono stati 284 i campioni sottoposti ad analisi, nei mesi scorsi a Genova, per effettuare, come chiesto dal gip, la valutazion­e statistica sulla risposta alla somministr­azione dell’antigene del morbillo. Di essi, 159 erano di bimbi vaccinati dalla 31enne assistente sanitaria a Treviso e Codroipo (dove la donna ha lavorato a partire dal 2009), e su questi la percentual­e di negatività si è attestata sull’85,50 per cento. Negatività che sale al 90 per cento se si consideran­o solo i bambini trevigiani. Sui rimanenti 125 campioni di comparazio­ne, relativi ai bambini vaccinati da altri operatori, la percentual­e di negatività si è attestata sul 4 per cento. Un dato che, hanno spiegato i periti, rientra nella percentual­e statistica di mancata risposta al farmaco determinat­a da fattori soggettivi, stabilita tra il 2 e il 5 per cento.

In pratica, secondo gli esperti nominati dal gip l’unica spiegazion­e alla scopertura vaccinale, nei piccoli trattati dalla Petrillo, sarebbe nella mancata vaccinazio­ne. Non ci possono essere cause alternativ­e. Né congenite né per patologie. Risultati che confermano quelli svolti autonomame­nte dall’Usl 2 di Treviso, assistita dall’avvocato Fabio Crea. Di diverso avviso la difesa della Petrillo, che promette battaglia in aula annunciand­o che l’assistente sanitaria non ricorrerà a riti alternativ­i, ma affronterà il processo: «I test sono stati fatti su un campione troppo esiguo – spiega l’avvocato Paolo Salandin -. Inoltre avevamo chiesto, ma non è stata concessa, l’anamnesi dei bambini che avrebbe potuto spiegare perché su di loro il vaccino non ha avuto effetto. Siamo anche pronti a portare come testimoni i genitori di bambini trattati da altri operatori, e che sono risultati sprovvisti di anticorpi per dimostrare che non è così raro e scontato».

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Sotto accusa L’operatrice sanitaria Emanuela Petrillo

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