Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Grandi navi, pubblicata l’ordinanza. E si va verso la riduzione degli ingressi
La Capitaneria pubblica le regole
VENEZIA Il primo step (e stop) avverrà l’1 luglio. Ma non sarà l’unico perché di anno in anno i limiti alle grandi navi da crociera in arrivo a Venezia – in attesa dello spostamento di quelle più grandi a Marghera – saranno sempre più stringenti, sia riguardo alle dimensioni che soprattutto al numero dei passaggi: a regime, potrebbe arrivare a essere del 10-15 per cento, anche se i calcoli precisi non sono ancora stati fatti. Ieri la Capitaneria di Porto ha finalmente pubblicato l’ordinanza che era in gestazione da mesi, «benedetta» dal Comitatone del 7 novembre scorso, quello in cui il governo aveva anche deciso la creazione del terminal a Marghera. Un ritardo dovuto a problemi burocratici, in primis il mancato arrivo del verbale della riunione romana, ma anche al coinvolgimento dei soggetti interessati a queste limitazioni, dalle compagnie (rappresentate dall’associazione Clia) al gestore del terminal attuale, cioè Vtp, dagli agenti marittimi agli altri operatori fino al Codacons.
Ora, dunque, parte la stagione dell’«algoritmo». La Capitaneria di Porto, che nel 2013 aveva infatti stabilito un limite a 96 mila tonnellate basato sulla mera stazza – bocciato dal Tar e poi applicato dalle compagnie solo in via volontaria – ha infatti deciso di creare un sistema più raffinato, con un’ordinanza «dinamica» che diventerà più severa di anno in anno, anche per fare un po’ da pungolo a chi deve decidere la soluzione. «Un approccio metodologico innovativo», dicono dagli uffici delle Zattere a Venezia. Il punto di partenza è infatti il cosiddetto «modulo d’armamento», che combina insieme quattro valori chiave: il dislocamento (cioè la massa di acqua spostata dalla nave, che è pari al peso della parte che sta sotto acqua), la superficie laterale complessiva dello scafo, la larghezza e il cosiddetto «air draft», cioè l’altezza visibile sopra la linea di galleggiamento. In questo modo si calcoleranno l’impatto paesaggistico-visivo e il moto ondoso. Secondo l’ordinanza, per la stagione crocieristica in corso il limite di questo valore sarà a quota 6600; l’anno prossimo (a partire dall’1 marzo, quando iniziano ad arrivare le prime crociere a Venezia) scenderà a 6300, con una stretta progressiva che taglierà sempre di più le navi grandi.
«Per le stagioni successive è scritto - il presente provvedimento sarà integrato/modificato sulla scorta degli esiti del gruppo di lavoro appositamente costituito sul tema». Modifiche che, come si aggiunge più avanti, saranno «in diminutio» sia per quello che riguarda i parametri di dimensioni delle navi che – ed è il punto chiave – «dei loro passaggi». Questo significa dunque che il gruppo tecnico, pare a partire dal 2020, potrebbe tagliare ulteriormente il numero delle navi che arriveranno alla Marittima di Venezia. D’altra parte sono ormai sei anni che il decreto Clini-Passera, nato dall’incidente della Costa Concordia, ha disposto lo stop alle grandi navi in bacino di San Marco, sospeso solo in attesa di una via alternativa. Il governo ha deciso di puntare sulla sponda nord del Canale industriale nord di Marghera, ma su spinta del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e del
presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino si valuterà anche la possibilità di rendere di nuovo navigabile il canale Vittorio Emanuele, parallelo al ponte della Libertà, per continuare a far arrivare le crociere anche alla Marittima, dove sono state investite decine di milioni di euro. Sullo sfondo resta invece l’ipotesi di un terminal alla bocca di Lido, che terrebbe le navi fuori dalla laguna, l’unico ad aver passato l’esame della Via, ma bocciato da Porto e ministero.
Per ora però i comitati No Navi si devono «accontentare» di questi nuovi limiti della Capitaneria. Anche perché l’ordinanza punta molto sulle navi moderne e «green», prevedendo un meccanismo premiante per chi si impegnerà sul fronte delle limitazioni alle emissioni inquinanti: chi aderisce all’accordo volontario «blue flag» sull’uso di carburanti a basso tasso di zolfo, riceverà uno «sconto» del 3 per cento sul valore limite. Dall’anno prossimo ci sarà un premio del 2 per cento anche per chi userà propulsori Tier3 (cioè più moderni, tipo gli «Euro» delle auto), oppure per chi andrà a gas naturale liquido (meno 4 per cento).
Il provvedimento prevede anche altre direttive: sull’uso dei rimorchiatori, oppure sulla velocità in laguna (8 nodi dalla bocca di porto a Sant’Andrea, 6 da quel punto in poi). Non è escluso che qualcuno dei soggetti interessati possa comunque fare ricorso al Tar contro queste limitazioni, come avvenne appunto quattro anni fa, peraltro con successo. Per ora però sia Vtp che Clia, seppur interpellati, hanno deciso di non fare alcun commento su una decisione che ormai è ufficiale.