Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Venezia, solo barche a motore elettrico
Il Comune lavora a una zona a traffico limitato sui grandi canali: due anni per adeguarsi
VENEZIA Nei canali di Venezia solo con motori elettrici. L’orizzonte temporale è ampio, due anni, forse tre, ma per la prima volta il Comune lavora alla creazione di una zona a traffico limitato che comprenda il Canal Grande e tutte le principali «vie» della città. Lo hanno annunciato ieri il sindaco Luigi Brugnaro e l’assessore alla mobilità e ai trasporti Renato Boraso, durante un convegno sulle tecnologie «Green» in campo marittimo organizzato da Assonautica.
Nel 2020, massimo 2021, per percorrere il rio Novo, il rio di Noale, il canale della Giudecca, il rio dei Greci e il Canal Grande sarà obbligatorio avere un motore elettrico o, nel caso di sistema ibrido, attivare la modalità elettrica. «In caso contrario vaporetti, taxi e barche da lavoro - dice Boraso - dovranno fare il giro».
L’obiettivo è rendere il traffico a Venezia sempre più sostenibile e dunque ridurre il moto ondoso, l’inquinamento atmosferico e acustico: tutti fattori che vengono quasi azzerati con l’utilizzo del sistema a propulsione elettrica. A Venezia, ha ricordato il presidente di Assonautica Roberto Magliocco, la qualità dell’aria è pari a quella di Mestre per quanto riguarda i dati sulle polveri sottili. L’ordinanza sarà realtà entro 24-36 mesi, durante i quali bisognerà trovare un accordo con le associazioni di categoria. «Vogliamo che sia un provvedimento condizata viso» ha sottolineato l’assessore Boraso. I tempi sono lunghi soprattutto a causa dello sforzo economico per le aziende, il Comune infatti non ha fondi per incentivi. Per esempio utilizzando la tecnologia Transfluid, presentata ieri alla Certosa, i costi stimati per trasformare i mezzi vanno dai 30 ai 40 mila euro. Il sistema ibrido permette di accumulare energia elettrica (e quindi di ricaricare la batteria), mentre viene utilizzazione la modalità diesel. Transfluid stima un risparmio in carburante del 27% al giorno, che si traduce in 12kg di anidride carbonica in meno. Il sindaco Luigi Brugnaro ha invitato le associazioni di categoria e i trasportatori ad investire sull’innovazione, ma insieme l’industria a vendere il prodotto con prezzi più competitivi. «Quando la tecnologia sarà disponibile e diffusa e le categorie diranno che il prezzo è sostenibile dal punto di vista imprenditoriale - ha rassicurato Brugnaro - il Comune adotterà i provvedimenti che limitano la circolazione dei mezzi non elettrici». Parallelamente, si spera nell’aiuto dei fondi europei, che ad Amsterdam per esempio hanno finanziato la realiz- di un sistema di mobilità acquea sostenibile.
In laguna ci sono già società che sfruttano il sistema ibrido, per il trasporto persone Alilaguna, il Consorzio Serenissima, Il Sestante) o per le merci (il Cantiere Amadi, Laguna Trasporti e DHL). A Chioggia invece sono i carabinieri ad utilizzare imbarcazioni green: «Entro sei mesi ci sarà il varo della prima motovedetta ibrida – ha spiegato il capitano di corvetta Roberto Michelutti, capo della seconda sezione navale del comando di Venezia dei Carabinieri – e nei prossimi dieci anni abbiamo programmato la motorizzazione ibrida di una quarantina di mezzi della flotta».
I vantaggi L’obiettivo è di rendere il traffico a Venezia più sostenibile, riducendo moto ondoso e smog