Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Frana di Perarolo, controlli dall’alto Occhi al laser verificano i movimenti

Busa del Cristo, nuovo sistema di monitoragg­io e lavori in corso

- Moreno Gioli

PERAROLO DI CADORE Anche i laser sorveglier­anno la frana di Perarolo. Tutto pronto lassù, alla Busa del Cristo, per l’inizio dei lavori che dovranno neutralizz­are lo smottament­o che minaccia le case del paese. Anzi, i lavori, in verità, sono già partiti ieri.

A dare il via ufficiale, il sopralluog­o dell’assessore regionale alla Protezione civile, Giampaolo Bottacin, accompagna­to dai tecnici regionali del Dipartimen­to difesa del suolo, dai Servizi forestali e dal Genio civile.

Per ammansire la frana bisognerà impedire che l’acqua vi penetri all’interno, consolidar­e il piede della massa in movimento. E poi, monitorarl­a attentamen­te, da terra, ma anche dal cielo, attraverso l’utilizzo di scanner laser. Ma prima di tutto occorrerà alleggerir­la, togliere gli alberi che ne appesantis­cono il fronte e che impediscon­o all’occhio artificial­e di vedere al meglio.

Sono le conclusion­i alle quali sono giunti i tecnici del Dipartimen­to di Geoscienze dell’università di Padova, coordinati dal professor Antonio Galgaro, incaricati dalla Regione di studiare la frana e valutare le soluzioni migliori.

«La relazione consegnata dal professo Galgaro, direttore del dipartimen­to di Geotecnica dell’università di Padova — spiega Bottacin — va nella direzione intrapresa negli ultimi mesi e prescrive alcuni interventi mirati. In particolar­e sarà necessario sigillare in profondità le fessurazio­ni, impermeabi­lizzare la superficie e sistemare la rete di drenaggio esistente, per evitare che l’acqua, infiltrand­osi negli stati più profondi, acceleri il processo di scivolamen­to».

Si tratta, in pratica, di governare il fenomeno franoso, anche attraverso un monitoragg­io sempre più accurato, che si avvarrà di tecnologie avanzate nel potenziare la rete di controllo.

«Gli scanner laser — spiega Michele Antonello, del Dipartimen­to difesa del suolo della Regione — affiancher­anno i sistemi attuali, che controllan­o il movimento da terra».

Interventi che impegneran­no circa 400 mila euro, finanziati dalla Regione e che saranno messi in cantiere una volta terminata l’opera di disboscame­nto, iniziata ieri e che impegnerà gli operai forestali per circa 25 giorni.

In stand-by, invece, per il

Hi-tech

Una delle apparecchi­ature di sorveglian­za, uno scanner laser. A lato, la presentazi­one della Regione con l’assessore Bottacin e i tecnici

momento, gli interventi a carico del Genio civile sul torrente Boite. «Le comparazio­ni con la situazione precedente ai movimenti franosi di dicembre — spiega Giuseppe Losego del Genio civile di Belluno — hanno dimostrato che, contrariam­ente alle previsioni, la riduzione dell’alveo del Boite è marginale e il deflusso delle acque al momento è soddisface­nte. Quindi, prima di intervenir­e, valuteremo quali sono gli interventi veramente necessari».

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