Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Caso vongole, Corte dei conti chiede a Piva 250 mila euro
VENEZIA Dieci anni di canoni non riscossi dal consorzio di pescatori Covealla per la coltura delle vongole in laguna, la Corte dei Conti presenta un conto da mezzo milione di euro agli ex Magistrati alle Acque Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva (che da sola dovrà rimetterci 250mila euro, la sanzione più elevata) e ad altri dirigenti dell’ufficio lagunare del ministero delle Infrastrutture e dell’Agenzia del Demanio. Una vicenda intricatissima, arrivata a sentenza quando ormai il Covealla era un consorzio cessato e che ha impegnato i giudici contabili in una complicata ricostruzione delle responsabilità con l’audizione e l’esame di controdeduzioni di qualcosa come 13 dipendenti tra ex Magistrato alle Acque (ora Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche) e attuale Agenzia del Demanio che dal 1995 ad oggi è passata attraverso una riforma articolata.
Tutto per chiarire chi aveva mancato il compito di fissare il canone. L’ex Magistrato alle Acque avrebbe dovuto chiede al Demanio di determinare il canone. Ma in pratica nessuno lo fece. La vicenda inizia nel 1995 quando per mettere un freno alla pesca di rapina delle vongole, agli inseguimenti notturni in laguna per fermare i rastrellamenti di molluschi alla diossina sotto il Petrolchimico si decise di passare dalla pesca alla coltivazione. (mo.zi.)