Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Red Canzian: «Io, la malattia e il nuovo tour»
Il musicista trevigiano racconta l’intervento per asportare un tumore: «Figlio di un melanoma del 2001, la mia alimentazione vegana l’ha frenato». Il 4 maggio partirà dal Geox il nuovo live: «Un lavoro di due anni, uno spettacolo bellissimo»
«Il giorno dopo l’intervento studiavo a casa e domenica avevamo già iniziato le prove». La settimana scorsa Red Canzian ha subìto un’operazione per un nodulo a un polmone, ma il musicista trevigiano, ex colonna dei Pooh, guarda oltre e ha in testa solo il prossimo abbraccio con il pubblico per la tournée di «Testimone del tempo» che partirà il 4 maggio dal Gran Teatro Geox di Padova (ore 21.30, info www.zedlive.com).
Come si è accorto che qualcosa non andava?
«Fisicamente stavo benissimo. Ma per fortuna ogni sei mesi devo fare una tac di controllo, da quando sono stato operato al cuore e avevano scoperto un linfonodo bastardo sotto l’ascella. Nella tac di routine hanno trovato questo nodulo al polmone sinistro, me l’hanno tolto subito, è figlio del melanoma del 2001».
Il regime alimentare che segue le è stato utile?
«I medici mi hanno detto che un melanoma così che, dopo 17 anni, provoca una sola metastasi, non l’avevano mai visto. La mia alimentazione vegana l’ha frenato, io sono basico e alcalino, mentre i tumori crescono in ambiente acido, chi mangia carne è più esposto».
In che modo la musica la aiuta in questi momenti?
«La musica aiuta sempre, ti fa sentire importante, ti fa condividere le emozioni con gli altri. Non c’è un’altra cosa al mondo che fa meglio della musica. Avere questo progetto da portare sul palco è stato fondamentale. Quando mi hanno detto questa cosa, ho solo pensato che dovevo iniziare la tournée e che non avevo tempo per un tumore». Quale è stato l’ultimo pensiero prima dell’anestesia e il primo al risveglio?
«La sera prima ho chiamato medici, infermieri e anestesisti in camera e ho detto: ‘fatemi quello che volete ma attenti alla voce’. Al risveglio me li sono trovati tutti intorno, allora ho fatto un po’ il cretino e ho eseguito un po’ di gorgheggi da tenore».
Dove trova questa serenità?
«Non posso accettare che un accidenti di due centimetri di diametro sia più forte di me. L’unica cosa che realmente mi dispiace è vedere quanto dolore subisca la mia famiglia e chi mi vuole bene».
Molti musicisti vengono schiacciati dalla depressione. Lei non ha mai subito questo male?
«Ho avuto un papà così positivo che sorrideva anche nei momenti più tremendi che ho sempre pensato che non avevo diritto di lamentarmi quando c’è tanto male e dolore vero intorno».
Il 4 maggio tornerà a cantare dal vivo, che spettacolo sarà?
«Un meraviglioso telegiornale suonato dal vivo con i racconti di 50 anni di vita del mondo, dal Vietnam ai tralicci del Brennero, da Elvis e ai Beatles, fino ai Pooh».
È il tour più libero che abbia mai intrapreso?
«È lo spettacolo più bello oggi in Italia. Lo dico senza presunzione. Dietro c’è un lavoro di due anni che nessuno ha mai fatto. Una ricerca storica, filologica, musicale e iconografica davvero unica, ogni parola è studiata».