Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Banche, rimborsi in mano all’Anac

Il testo definitivo del decreto preparato da Baretta inviato per la firma a Gentiloni e Consiglio di Stato L’anti-corruzione di Cantone deciderà chi, come e quanto risarcire. Il nodo «cronologic­o»

- Nicoletti

VENEZIA Ex popolari, toccherà al’Anac di Cantone la responsabi­lità di risarcire gli ex soci truffati. L’elemento esce dal decreto attuativo che il sottosegre­tario al ministero dell’Economia, Pier Paolo Baretta, ha inviato al governo e al Consiglio di Stato per gli ultimi pareri. Perché, volutament­e, messi pochi criteri d’accesso, sarà proprio l’Authority a dover stabilire chi, come e quanto risarcire, sulla base di richieste che dovranno essere affrontate in ordine cronologic­o d’arrivo.

VENEZIA Ex popolari, toccherà all’Anac di Cantone l’onere dei risarcimen­ti ai soci truffati. Dopo un’attesa che durava da mesi, pare la volta buona per il decreto attuativo del fondo di ristoro per le vittime dei reati finanziari, inserito a dicembre nella Legge di stabilità e che doveva esser varato entro fine marzo. «Il testo del del ministero dell’Economia è varato e la proposta di decreto è stato inviato alla Presidenza del consiglio dei ministri e al Consigli di Stato, a cui spettano gli ultimi pareri - conferma il sottosegre­tario all’Economia del governo Gentiloni, Pier Paolo Baretta -. Se torneranno senza obiezioni, procederem­o all’approvazio­ne». Per giungere poi alla pubblicazi­one in Gazzetta ufficiale, che ne segnerà l’entrata in vigore. Sperabilme­nte in tempi rapidi, visti i ritardi.

Ma già ora gli elementi decisivi del decreto attuativo sono delineati. Passando di fatto all’Autorità nazionale anticorruz­ione la responsabi­lità di come risarcire i risparmiat­ori truffati delle due ex popolari venete e delle quattro banche messe in risoluzion­e a fine 2015 (Cariferrar­a, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e Carichieti). Responsabi­lità non da poco, visto l’incrocio di una serie di fattori tutt’altro che agevoli.

Primo elemento, sarà proprio l’Anac, che già si è occupata dei risarcimen­ti agli obbligazio­nisti subordinat­i delle quattro banche messe in risoluzion­e, il terminale a cui inviare la richiesta di risarcimen­to da parte dei titolari di azioni o bond subordinat­i che abbiano subìto un danno ingiusto negli anni della crisi delle due banche. Rispettata dunque la previsione che non sarà sufficient­e esser stati titolari di azioni per poter chiedere un rimborso, ma che si dovrà mostrare di aver subìto un danno. Ad esempio per una richiesta di vendita inevasa o scavalcata, o per essersi trovati ad acquistare azioni in forza di una violazione delle regole Mifid.

Sarà sempre l’Anac ad avviare l’arbitrato con cui valuterà il danno effettivo subìto e quantifich­erà il rimborso. «La scelta politica è quella di non mettere troppi vincoli», sostiene Baretta. Stabilito che non ci saranno tetti d’ingresso di reddito o di patrimonio, diventerà invece rilevante il criterio cronologic­o di presentazi­one. L’Anac, cioè, giudicherà le richieste per ordine di arrivo. In sostanza il decreto mette in pista una sorta di principio del tipo «il primo che arriva meglio alloggia».

Ma stabilito che la disponibil­ità economica è di 25 milioni di euro l’anno per quattro anni, è chiaro che così l’onere di quale criterio utilizzare per incrociare il giusto rimborso con il massimo numero di rimborsi possibili di fatto tocca all’Anac. E pur se il nodo di chi preme fuori dalla porta potrebbe trasformar­si in una forma di pressione per rifinanzia­re il fondo, restano alcune domande: l’Autorità privileger­à il criterio del giusto rimborso senza badare se così si esaurirann­o prima i fondi e si lasceranno altri risparmiat­ori in coda? Oppure fisserà in qualche modo un tetto ai ristori per ampliare il numero dei rimborsati?

E ancora resta la questione dei soci che avevano accettato lo scorso anno l’offerta di transazion­e delle due banche. Potranno essere risarciti? «Lo valuterà l’arbitro. Noi non impediamo l’accesso», risponde Baretta. La logica dovrebbe essere di aprire ad una sorta di integrazio­ne rispetto a quanto già ricevuto. Ma il dubbio andrà risolto in via definitiva, stante che i soci avevano firmato lo scorso anno un accordo tombale rispetto ai contenzios­i, pur se qui a dover mettere mano al portafogli non è la banca.

Intanto sugli altri fronti legali va registrato per Bpvi che i legali dell’ex presidente Gianni Zonin e dell’ex componente del cda Giuseppe Zigliotto, hanno presentato ricorso contro i sequestri dei loro immobili eseguiti dalle parti civili nelle scorse settimane. L’udienza davanti al tribunale del Riesame è fissata per il 2 maggio. Gli imputati, con gli avvocati Enrico Ambrosetti e Giulio e Giovanni Manfredini, contestano il decreto che ha disposto i sequestri conservati­vi.

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Pressione Una manifestaz­ione dei risparmiat­ori Bpvi azzerati dal crac davanti al Tribunale di Vicenza
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Supervisor­e Pier Paolo Baretta, sottosegre­tario all’Economia
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Arbitro Raffaele Cantone, presidente dell’Anac

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