Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vaccini, coperti 16 mila bimbi in più: ma in tanti rischiano l’asilo
Ma il doppio resterà fuori dall’asilo. «Se le famiglie protestano, chiamiamo i vigili»
VENEZIA Dopo la battaglia combattuta per mesi dal Veneto a suon di ricorsi (persi) alla Consulta e al Consiglio di Stato e di battibecchi con il ministero della Salute contro il ripristino dell’obbligo vaccinale per dieci formulazioni (anti poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilusinfluenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella) reintrodotto dal decreto legge Lorenzin lo scorso 7 giugno, si scopre che il diktat è servito. Alla vigilia del 30 aprile, termine ultimo per i genitori dei bimbi tra zero e 6 anni iscritti a Nido e scuola materna per presentarne il libretto vaccinale in ordine pena la sospensione della frequenza, si scopre infatti che dal ritorno dell’obbligo la copertura è risalita in tutta Italia. Pure nella nostra regione, l’unica ad averlo abolito nel 2007: i dati del ministero della Salute aggiornati al 31 dicembre 2017 rivelano che la copertura vaccinale a 24 mesi per i piccoli nati nel 2015 sale al 93,53% per l’anti-poliomelite (riferimento per il vaccino esavalente comprensivo anche di antitetanica, antidifterica, anti pertosse, anti epatite B e anti Haemophilus influenzae B), contro il 91,3% del 2016. Ma il dato più clamoroso è l’impennata della vaccinazione contro il morbillo, salita dall’86% del 2016, livello di guardia, al 92,34% del 2017: +6 punti.
Si attestano infine tra il 92% e il 93% gli altri sieri, compresi quelli non obbligatori (ai quali i primi hanno fatto da trai- no), come l’anti meningococco C: 92%. Resta basso solo l’anti-varicella: 88,56%. Stesso trend, ma a 36 mesi, per i bambini nati nel 2014, con l’anti morbillo che sale ancora: 92,47%. «L’obbligo ha convinto il 20% di indecisi e di coloro che rifiutano un vaccino ma non un altro — spiega il professor Giorgio Palù, presidente delle Società europea e italiana di Virologia — quindi è servito eccome».
«Il trend era comunque in risalita di circa 1,5 punti all’anno, ma l’obbligo ci ha aiutati», dicono dalla Regione, che ha elaborato un dossier. Nel quale si legge: «In Veneto le coperture presentano buoni risultati, complessivamente il 95,5% dei ragazzi tra 2 e 16 anni risulta aver completato il ciclo a tre dosi per la poliomielite e il 94,7% ha effettuato la prima dose per morbillo. Tali cifre sono confermate dallo studio delle coperture vaccinali a 24 mesi, che da due anni continuano a crescere». Il report riporta poi il numero dei «recuperi», ovvero dei minori non vaccinati che da giugno 2017 a marzo 2018 hanno assunto la prima dose di antitetanica, anti-polio (soggetti tra 1 e 16 anni) e antimorbillo (2-16 anni). Per quest’ultima formulazione si sono recuperati 10.176 bambini (quindi i non immunizzati sono scesi da 44.206 a 34.338); per l’anti-polio ne sono stati recuperati 3308 (da 25.920 non vaccinati a 22.612); per l’antitetanica i recuperi sono 2617 (da 21.949 a 20.098). «L’incremento della copertura contro il morbillo è anche legato ad una maggior presa di coscienza della malattia dovuta all’epidemia del 2017 in Italia (4885 casi e 4 decessi, ndr) — recita il report — e alle azioni intraprese per circoscrivere i focolai».
Restano però 86.963 inadempienti parziali (mancano loro qualche vaccino o qualche richiamo), di cui 22.591 sono bimbi tra 0 e 6 anni, e 21.424 inadempienti totali (nessun vaccino), di cui 8900 nella fascia 0-6 anni. Ciò significa che dal 2 maggio 31.491 piccoli iscritti all’asilo rischiano di restare fuori. E sarà compito del gestore, cioè privati, Comuni o Istituti comprensivi, comunicare ai genitori la sospensione della frequenza. «Lunedì dobbiamo inviare alle Usl la documentazione inerente i nostri alunni, che sono 92mila, cioè 80mila tra 3 e 6 anni e 12mila fra 0 e 3 — conferma Stefano Cecchin, presidente della Fism, che rappresenta le scuole private, cioè mille materne e 300 Nido —. Gli inadempienti non potranno più accedere e abbiamo dato indicazione alle scuole di lasciarli fuori. Ma se i familiari si ostineranno a portarli comunque all’asilo, chiameremo sindaco, vigili oppure carabinieri o polizia. Non siamo certo noi a doverli mandare via con la forza».