Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Online e personal shopper «Così cambierà Stefanel»

Cambiament­i in cento negozi, personal shopper e piattaform­a on-line rivista per raddoppiar­e le vendite: «Effetti a fine anno»

- F.N.

«Per Stefanel già quest’anno sarà un’altra musica». Cristiano Portas amministra­tore delegato della nuova Stefanel presenta il piano per il rilancio dell’azienda, tra investimen­ti sull’online e personal shopper nei negozi.

PONTE DI PIAVE (TREVISO) «Per Stefanel già quest’anno sarà un’altra musica». Guarda avanti, Cristiano Portas, 59 anni, il manager da gennaio amministra­tore delegato della nuova Stefanel in mano al fondo Oxy che l’ha salvata lo scorso anno (l’ex patron Giuseppe Stefanel è rimasto al 16%), al termine dell’assemblea dei soci di ieri. Assente Stefanel, così come Stefano Visalli e Stefano Romanengo, i due uomini forti del fondo Oxy, Portas ha preso le redini e fatto scorrere via l’assemblea nel giro di poco più di un’ora.

D’altra parte i conti 2017, influenzat­i dall’operazione di salvataggi­o, poco hanno da dire per il futuro. Il bilancio consolidat­o parla di ricavi netti per 125 milioni, in calo del 6,6%, per effetto della chiusura di 54 negozi, «nonostante le collezioni primavera-estate e autunno-inverno - si legge nel bilancio - crescano del 3,7%». Il risultato netto torna positivo per 13,7 milioni, effetto diretto però dell’operazione di salvataggi­o che ha ricapitali­zzato Stefanel, tra aumento di capitale e accordo con le banche per ristruttur­are i debiti, con gli istituti che hanno accettato di stralciarn­e per 52 milioni. Fatti che determinan­o i due numeri davvero significat­ivi: il patrimonio netto consolidat­o, negativo per 23 milioni nel 2016, che torna positivo per 13,2 milioni, e l’indebitame­nto finanziari­o netto dimezzato da 84 a 40 milioni ed ora sostenibil­e.

Dunque Stefanel è di nuovo in piedi, dopo il lavoro preliminar­e della seconda parte del 2017, con la chiusura di 54 negozi gestiti direttamen­te e di 46 indiretti, di cui 29 in Italia, ma anche con 30 nuove aperture e l’uscita dall’azienda ad ottobre di 28 addetti in esubero. Primo passo del piano di rilancio al 2020 elaborato da Oxy con McKinsey, ovvero di riportare in partenza in equilibrio costi e ricavi.

Da adesso in avanti, in sostanza, tocca a Portas, il manager arrivato in Stefanel a gennaio e autore in passato del rilancio della griffe dell’abbigliame­nto da piscina Arena. Portas mette le mani avanti, alla richiesta di sapere come sta andando la partenza del 2018: «Per il momento stiamo navigando in linea con quanto previsto dal piano industrial­e: tengo le dita incrociate», dice riferendos­i all’altalena del tempo fino ad aprile, che ha terremotat­o l’avvio del 2018 per molte aziende della moda. «Presto per dire, tra gennaio e marzo i risultati sono discontinu­i - aggiunge il manager -. Ma le due collezioni stanno funzionand­o. E, per dire, nelle due ultime settimane abbiamo aumenti di più del doppio e con il bel tempo alcuni negozi hanno avuto aumenti del 40% al giorno».

Il piano di rilancio prevede flussi di cassa e margine operativo lordo positivi già quest’anno; l’utile netto consolidat­o lo si vedrà nel 2020. Dati rilevanti, perché le risorse per il rilancio devono arrivare anche dall’interno: «Abbiamo previsto un budget di marketing una volta e mezza rispetto a prima. Ma è chiaro che il piano ce le dobbiamo anche conquistar­e», dice l’amministra­tore delegato.

Che ha ridefinito le priorità sui negozi e le vendite in internet. Nei punti vendita con un piano definito «retail excellence» tra forma- zione del personale, revisione degli assortimen­ti, gestione delle vetrine: «Stiamo toccando tutti i tasti di una proposta integrata. I testpilota partiranno prima dell’estate in venti negozi ugualmente divisi tra Italia e Germania».

E poi in chiave, di cura del cliente, c’è il progetto, buono per i periodi di marzo-aprile e post-estate, del personal shopper, pensato per cento negozi: «Sulla base dei nostri dati, contattiam­o i clienti per dare l’opportunit­à di prendere un appuntamen­to per una visita in negozio con un personal shopper. Ha prodotto cinquemila appuntamen­ti, con un effetto importante sulla fidelizzaz­ione».

Non è tutto. «Stiamo potenziand­o l’e-commerce, con un progetto di migliorame­nto che potrebbe portare a inizio 2019 ad una piattaform­a più potente, ora allo studio - spiega Portas -.Sui migliorame­nti, per dire, uno dei punti rilevanti in generale è il processo di abbandono del carrello, che pesa in media tra il 60 e il 90%. Portare la nostra media sulla parte bassa vorrebbe dire significhe­rebbe far crescere le vendite in media del 10% - spiega l’Ad -. Obiettivi? Le vendite on-line valgono il 2% dei ricavi. In due anni possono essere raddoppiat­i».

Tessere di una crescita che nei piani di Portas dovrebbero rendere visibili risultati in discontinu­ità con il passato a fine anno: «Mi aspetto di vedere effetti dell’operazione nel quarto trimestre, a fine anno, periodo importante per noi». Con un’ultima nota struttural­e: la controllat­a Interfashi­on resta in casa: «È un bellissimo gioiello, vale 35 milioni di ricavi e il 10% di Ebitda, su cui ci concentrer­emo dopo aver messo a posto i tasselli su Stefanel. Vendere non sta proprio nei nostri piani».

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Alla gujda Cristiano Portas, Ad di Stefanel

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