Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Un’automobilista investì ciclista e proseguì Nove mesi di reclusione e patente sospesa
Maltrattamenti sugli alunni delle Elementari in Valbelluna, maestra assolta
BELLUNO Nove mesi di reclusione, pena sospesa e patente ritirata per un anno e sei mesi. Caterina Musio, 50enne di Limana accusata di fuga da un’incidente stradale e omissione di soccorso, ha ripetuto fino all’ultimo di non c’entrare nulla con quanto accaduto il 14 maggio 2015.
La donna doveva aiutare un amico disabile che abitava a due chilometri di distanza da lei. Imboccata una rotonda aveva tagliato la strada a un ciclista che si trovava nel lato più esterno colpendolo col fianco posteriore dell’auto e facendolo cadere.
Poi aveva raggiunto l’amico disabile, l’aveva aiutato, era passata sul luogo dell’incidente e ritornata a casa. Alcuni testimoni avevano segnato la targa e chiamato i carabinieri. Il ciclista se l’era cavata con qualche giorno di prognosi. Possibile che la Musio non si fosse accorta di nulla?
«Ho visto il ciclista e l’ho superato, ma non l’ho colpito» ha spiegato la donna. E le urla dei presenti? «Avevo i finestrini chiusi perché ho paura degli insetti». E gli strisci sulla macchina riconducibili all’incidente? «Era vecchia e piena di botte». Non ha però convinto il giudice.
Condanna anche per Guido Savaris, 70enne di Belluno accusato di danneggiamento aggravato: quattro mesi di reclusione, pena sospesa. Il sasso che aveva lanciato nel novembre 2013 contro una finestra della Questura era poi rimbalzato sul cofano di un’auto della polizia danneggiandola. «Sentivo il fischio dell’auto del Papa e mi dava fastidio» si era giustificato. L’avvocato Coppola aveva chiesto una perizia psichiatrica, ma non è stata accolta. L’uomo si trova ora nella Casa di riposo di Cavarzano.
Assolta perché il fatto non costituisce reato. Biagia Zisa, 55 anni maestra d’italiano in una scuola elementare della Valbelluna, era accusata di maltrattamenti sui suoi alunni. Secondo l’Accusa, dall’ottobre 2014 al febbraio 2015 la donna aveva aggredito verbalmente e fisicamente i bambini anche con schiaffi sulla bocca. Il Pm aveva chiesto tre anni di reclusione e 4.000 euro di risarcimento.
Assolto anche Matteo Bertoncello, il 37enne capocantiere della ditta «Tecnoelectra» di Camposampiero accusato di omicidio colposo. Il 4 dicembre 2014 il caposquadra Stefano Zacchia, 48 anni di Padova, era rimasto schiacciato da un macchinario che non era stato ancorato bene al terreno, durante dei lavori a Comelico Superiore. Il giudice ha stabilito che la responsabilità era di Zacchia.
Tribunale Incidente mortale sul lavoro a Comelico Superiore, capocantiere assolto