Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Banche, scontro sul decreto rimborsi
I legali delle migliaia di risparmiatori annunciano cause legali. No anche da M5S e Lega
VENEZIA Ancor prima della sua entrata in vigore, è già guerra sul decreto attuativo del fondo di ristoro per le vittime dei reati finanziari, inviato a Palazzo Chigi, e che dovrebbe garantire i rimborsi ai risparmiatori delle ex Popolari. «Impedirà a migliaia di soci di ottenere un risarcimento», accusano le associazioni degli azionisti. Che minacciano cause. Critiche anche da Lega e M5S.
VENEZIA Ancor prima della sua entrata in vigore, è già guerra sul decreto attuativo del fondo di ristoro per le vittime dei reati finanziari, quello cioè che dovrebbe garantire i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, Popolari venete comprese.
«Impedirà a migliaia di soci di ottenere un risarcimento», strillano le principali associazioni dei consumatori. E gli avvocati già ipotizzano cause legali e avanzano dubbi di legittimità costituzionale.
Il testo del decreto è sul tavolo del Consiglio dei ministri, cui spettano gli ultimi pareri. Se sarà approvato, entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Il Fondo di ristoro (25 milioni di euro l’anno per quattro anni) era stato inserito a dicembre nella Legge di stabilità, ma solo ora si comincia a intuire chi effettivamente potrà accedervi. E il nodo del contendere ruota proprio intorno ai «paletti» fissati dal ministero.
Per prima cosa, toccherà all’Anac di Cantone ricevere ed esaminare le richieste di ristoro da parte dei titolari di azioni o bond subordinati. E sarà sempre l’Anticorruzione ad avviare l’arbitrato che porterà a quantificare l’effettivo danno subito. E qui sorgono i problemi. Perché pare evidente che non basterà possedere dei titoli, ma occorrerà dimostrare di aver subito un danno, ad esempio avendo chiesto inutilmente di vendere le azioni oppure se l’acquisto è avvenuto in violazione delle regole Mifid. Inoltre, visto che la disponibilità economica è limitata, diventerà rilevante l’aspetto cronologico: l’Anac giudicherà le richieste per ordine di arrivo.
«Ma così è anticostituzionale» tuona l’avvocato Sergio Calvetti, che rappresenta oltre 4mila soci. «Non si possono prevedere disparità tra creditori. Se uno dei miei clienti verrà escluso farò causa e vedremo cosa diranno i giudici...».
Una nota diffusa dal Coordinamento «Don Torta», sottoscritta da una decina delle principali associazioni degli azionisti, esprime totale «avversione al fondo di ristoro in quanto si tratta di un imbroglio, di una legge scritta per agevolare, ancora una volta, quella Finanza che ha fatto una sfacciata speculazione sulla pelle dei risparmiatori».
Anche il giudice Massimo Vaccari, tra i primi a esprimersi sulle cause promosse dai soci-investitori delle banche venete, avanza dei dubbi: «Prima di esprimermi attendo di leggere il testo del decreto. Di certo, la Legge di stabilità faceva chiaramente riferimento a situazioni in cui si è in presenza di un giudizio definitivo. Ma sia per PopVicenza che per Veneto Banca, ancora non c’è stata alcuna condanna penale o civile in Cassazione. Il sospetto, quindi, è che, salvo coloro che hanno concluso le transazioni, la gran parte dei risparmiatori dovrà attendere anni prima di poter avanzare pretese di ristoro».
Mentre il sottosegretario all’Economia del governo
Soci beffati
Sopra, un’assemblea del coordinamento Don Torta e il Corriere Veneto di ieri sul decreto per il fondo di ristoro Gentiloni, Pier Paolo Baretta, rivendica la validità dell’intervento - che comunque garantisce risarcimenti per (almeno) cento milioni - dal fronte opposto arrivano critiche pesanti. Alvise Maniero, deputato del Movimento 5 Stelle, chiede che «il governo si astenga dai decreti attuativi e lasci che a occuparsene sia l’Esecutivo che, spero, assumerà l’incarico molto presto». Maniero definisce «inqualificabile un decreto che prevede risarcimenti “fino a esaurimento”. Tutti i soci hanno diritto a essere trattati alla pari». Il deputato della Lega, Massimo Bitonci, rincara: «Cento milioni è una somma ridicola, rispetto al danno subito dai risparmiatori. Se andremo al governo lavoreremo per ristorare veramente i veneti che hanno perso i soldi a causa di una truffa. A breve presenterò una proposta di legge per garantire risarcimenti che, a seconda dei casi, potranno essere diretti o indiretti, attraverso sgravi fiscali».
Il legale Così è incostituzionale, non si possono prevedere disparità tra creditori
Il coordinamento Questo è un imbroglio, fatto per agevolare chi ha speculato sulla gente