Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bassano, Zaia: commissario per il Ponte
Lavori fermi, interviene anche Zaia: ora il commissario
BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) Sull’annullamento del contratto per il restauro del Ponte degli Alpini voluto dal Comune, l’impresa «Nico Vardanega Costruzioni», che aveva l’appalto dei lavori, racconta la sua verità. Dopo aver annunciato ricorso, presentato il conto di 1milione e 300mila euro per le opere eseguite e una richiesta danni ancora da quantificare, il titolare Giannantonio Vardanega attacca il progetto che ritiene «irrealizzabile» per le troppe lacune: dalle difficoltà riscontrare sulla spalla sinistra su cui poggia il ponte, all’impossibilità di reperire il legno richiesto con cui sostituire quello deteriorato del monumento.
«Ci siamo sentiti traditi dalla struttura comunale che non ci ha messo nelle condizioni di lavorare nonostante avessimo rilevato tutte le criticità progettuali e proposto delle soluzioni differenti - accusa Vardanega -. Per mesi abbiamo cercato di individuare le modalità di lavoro, ma gli ostacoli si sono rivelati insormontabili. Primo fra tutti l’indisponibilità di accesso alla spalla sinistra del ponte, di proprietà della grapperia Nardini, che per noi è off limits. I tecnici comunali ci avevano comunimille cato di aver sottoscritto una convenzione per l’uso delle parti private ancora due anni fa, ma non avevano eseguito le verifiche prima dell’avvio del cantiere. Solo due mesi fa, e su pressioni anche nostre, è stata affidata un professionista la verifica statica della spalla, peraltro inserita in un contesto edilizio che conta sei negozi, otto appartamenti e metri quadrati di locali della grapperia. Senza quella perizia finalizzata a garantire la tenuta o meno degli stabili, non si può lavorare. È vincolante».
Vardanega, insomma, sostiene che tutte le indagini avrebbero dovuto essere svolte prima dell’approvazione del progetto esecutivo, invece «ci siamo trovati su un binario morto». Oltre all’indisponibilità dell’area, l’impresa ha denunciato di aver incontrato altri ostacoli, tra cui l’irreperibilità del legname richiesto. E Vardanega ne ha anche per «la conduzione comunale, che è stata frammentaria ed il supporto molto carente». «Nonostante ciò hanno risolto il contratto “in danno” sottolinea - ma dovrebbero chiedere i danni a chi è responsabile di questa situazione non a noi. Mi auguro che a qualche livello istituzionale qualcuno fermi questa ingiustizia».
Per martedì mattina, intanto, è fissato l’incontro fra l’impresa e la direzione lavori: servirà a risolvere la questione della rimozione delle dighe nel Brenta. Sulla questione è intervenuto anche il governatore Luca Zaia che ha proposto una gestione commissariale dell’intervento per velocizzare i tempi. Un’ipotesi condivisa dal sindaco Riccardo Poletto, dichiaratosi disponibile ad assumere questo ruolo se gli sarà chiesto.
(Altri servizi sul Corriere della Sera)