Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Omiciuolo, c’è Landini per l’addio Funerali fra bandiere e pugni al cielo

Folla commossa in chiesa per lo storico rappresent­ante Fiom

- Andrea Zambenedet­ti

TREVISO Le lacrime che interrompo­no le parole di Maurizio Landini, due compagni defilati che salutano l’uscita del feretro con il pugno chiuso al cielo. Le bandiere rosse della Fiom e gli striscioni degli stabilimen­ti dove Candido Omiciuolo ha gestito contrattaz­ioni e tensioni. E ancora tanti colletti bianchi. Dirigenti d’azienda che ne hanno apprezzato rigore e schiettezz­a.

Una folla commossa ha partecipat­o ieri a Fontanelle all’ultimo saluto allo storico segretario della Fiom trevigiana, scomparso a 61 anni per un malore improvviso. I primi passi nel sindacato nelle fila della Filcea per passare poi alla Fiom di cui era stato segretario provincial­e e regionale. In Veneto ha portato avanti moltissime battaglie a fianco dei lavoratori, distinguen­dosi per temperamen­to e capacità di analisi. Attualment­e lavorava a Roma, nella segreteria nazionale. Si occupava di difesa dei lavoratori dei subappalti, dei call center, categorie non facili da rappresent­are proprio per l’estrema complessit­à di quel mercato del lavoro. A rendergli omaggio ieri sono stati soprattutt­o i rappresent­anti sindacali con cui aveva stretto amicizie solide. «Passavamo settimane senza sentirci – ha scandito dal pulpito il segretario nazionale della Fiom Cgil – ma quando ci ritrovavam­o era come se non fossero passati che pochi minuti».

«Ha saputo investire i suoi talenti - ha aggiunto il parroco -, senza paura, costruendo una famiglia una vita ricca di lavoro, combattend­o con mitezza per gli ideali in cui credeva».

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I colleghi Tanti i sindacalis­ti presenti, ieri, in chiesa a Fontanelle per l’addio a Candido Omiciuolo

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