Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Omiciuolo, c’è Landini per l’addio Funerali fra bandiere e pugni al cielo
Folla commossa in chiesa per lo storico rappresentante Fiom
TREVISO Le lacrime che interrompono le parole di Maurizio Landini, due compagni defilati che salutano l’uscita del feretro con il pugno chiuso al cielo. Le bandiere rosse della Fiom e gli striscioni degli stabilimenti dove Candido Omiciuolo ha gestito contrattazioni e tensioni. E ancora tanti colletti bianchi. Dirigenti d’azienda che ne hanno apprezzato rigore e schiettezza.
Una folla commossa ha partecipato ieri a Fontanelle all’ultimo saluto allo storico segretario della Fiom trevigiana, scomparso a 61 anni per un malore improvviso. I primi passi nel sindacato nelle fila della Filcea per passare poi alla Fiom di cui era stato segretario provinciale e regionale. In Veneto ha portato avanti moltissime battaglie a fianco dei lavoratori, distinguendosi per temperamento e capacità di analisi. Attualmente lavorava a Roma, nella segreteria nazionale. Si occupava di difesa dei lavoratori dei subappalti, dei call center, categorie non facili da rappresentare proprio per l’estrema complessità di quel mercato del lavoro. A rendergli omaggio ieri sono stati soprattutto i rappresentanti sindacali con cui aveva stretto amicizie solide. «Passavamo settimane senza sentirci – ha scandito dal pulpito il segretario nazionale della Fiom Cgil – ma quando ci ritrovavamo era come se non fossero passati che pochi minuti».
«Ha saputo investire i suoi talenti - ha aggiunto il parroco -, senza paura, costruendo una famiglia una vita ricca di lavoro, combattendo con mitezza per gli ideali in cui credeva».