Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Zoldo, scivola nel pozzo e muore Angelo Martini, titolare del camping Palafavera, probabilme­nte vittima di un malore Il 70enne puliva da solo l’impianto nella struttura turistica: trovato da un familiare

- Davide Piol

VAL DI ZOLDO Stava pulendo il pozzetto delle acque reflue nello storico campeggio di famiglia a Zoldo alto. Trenta giorni ancora e avrebbe aperto al pubblico la struttura turistica per la stagione estiva. Invece un malore lo avrebbe colto all’improvviso. L’uomo è cascato dentro al pozzetto ed è morto.

Angelo Martini aveva 70 anni, era proprietar­io e gestore insieme al fratello del campeggio «Palafavera» nel cuore delle Dolomiti a 1.514 metri di altitudine. Si tratta di un vasto parco naturale che si estende per 50.000 metri quadri con posti per roulotte e tende da cui è possibile partire per escursioni e ferrate in montagna. La dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinier­i di Belluno.

Sembra che ieri, dopo pranzo, si fosse messo a pulire a testa in giù uno dei pozzetti nel villaggio turistico. Un buco quadrato di 60 centimetri per lato. Non era la prima volta che si cimentava in quel lavoro. Complice l’età o alcune malattie cardiache che si portava dietro da qualche anno, Martini si sarebbe sentito male. Avendo il peso del corpo sbilanciat­o in avanti è caduto nel pozzo. Non c’era nessuno lì con lui che potesse chiamare i soccorsi o aiutarlo.

A dare l’allarme al 118 un familiare che non l’ha più visto rientrare a casa. Vigili del fuoco, carabinier­i e Suem si sono messi sulle sue tracce. È partito anche un elicottero che ha sorvolato la zona dall’alto.

Quando hanno trovato il corpo di Martini non c’era più nulla da fare. L’uomo era già morto e il medico ne ha constatato il decesso. Sul posto anche l’Ispettorat­o territoria­le del lavoro di Belluno che stabilirà se ci sono o meno i presuppost­i per aprire un’indagine per il reato di omicidio sul lavoro.

«Era un’attività di famiglia in cui aveva messo corpo e anima — ha raccontato il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin — Era una persona attiva. Sempre presente nel campeggio. Ma veniva anche alle riunioni del Comune. Aveva manifestat­o perplessit­à, ad esempio, sulla tassa di soggiorno. Il suo era un carattere esuberante. Si faceva notare perché era molto diretto. Tutta la valle lo conosceva. Mi dispiace molto, è una disgrazia».

Martini viveva con la moglie e aveva due figli ormai grandi, un maschio e una femmina. Oltre al campeggio era molto attivo anche nel volontaria­to.

«Collaborav­a con noi per la manifestaz­ione che facciamo ogni anno con i ragazzi down a gennaio — ha ricordato un amico dell’associazio­ne sportiva dilettanti­stica sci di fondo Val di Zoldo — Era una persona intraprend­ente e dinamica che lavorava dietro le quinte. Non gli piaceva comparire in prima linea, ma il suo aiuto lo dava sempre. E non solo a noi. Era presente in molte associazio­ni, come la Pro Loco che aveva presieduto, il Cai e il Soccorso Alpino. Sono affranto».

 ??  ?? Tragedia sul lavoro A sinistra, l’ingresso del camping molto noto anche fuori provincia Accanto la scena del punto dov’è stata trovata la vittima (Zanfron)
Tragedia sul lavoro A sinistra, l’ingresso del camping molto noto anche fuori provincia Accanto la scena del punto dov’è stata trovata la vittima (Zanfron)
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