Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Escursionisti avvisati: attenti ai cani da pastore anti-lupo
Vertice in Prefettura sui problemi creati dal ritorno del predatore e dalle misure per difendere le greggi
BELLUNO Attenti al lupo. Ma anche ai cani anti-lupo. Occorre parafrasare una famosa canzone del compianto Lucio Dalla per affrontare la questione del ritorno del predatore nel Bellunese e dell’utilizzo dei cani da pastore maremmani per difendere le greggi. Un rimedio semplice ed efficace, che effettivamente tiene lontano il lupo dalle sue prede preferite, ma che rischia di creare qualche problema, soprattutto quando viene utilizzato nelle malghe a maggior vocazione turistica.
Il pastore maremmano è un cane molto territoriale, che non esita ad attaccare quando qualcuno si avvicina troppo e invade la sua area di riferimento. Ecco perché è fondamentale informare correttamente gli allevatori, i malgari, ma anche i turisti-escursionisti sui rischi e sui problemi legati alla salvaguardia delle pecore dall’attacco del lupo.
La questione è stata affrontata ieri mattina in un tavolo convocato dalla Prefettura di Belluno, al quale sono stati invitati i sindaci dei 24 comuni (circa la metà del totale) della provincia con la presenza del lupo nel loro territorio: Alano di Piave, Alleghe, Alpago, Arsié, Belluno, Chies, Colle Santa Lucia, Cortina, Falcade, Feltre, Fonzaso, Lamon, Lentiai, Limana, Livinallongo, Mel, Ponte nelle Alpi, Quero-Vas, Rocca Pietore, Selva di Cadore, Seren del Grappa, Sovramonte, Tambre e Trichiana. Dei municipi, presenti circa la metà, insieme alla polizia provinciale e al Corpo dei carabinieri forestali.
La fotografia della situazione è stata scattata dal colonnello dei carabinieri forestali Isidoro Furlan, già referente regionale per il progetto «Life Wolfalps». Ha spiegato Furlan: «In provincia di Belluno abbiamo censito una ventina di esemplari, suddivisi in tre branchi nella zona del Monte Grappa (Basso Feltrino, Ndr) nell’area del Col Visentin (sul Nevegal, Ndr) e nelle montagne sopra Livinallongo del Col di Lana. A questi branchi si aggiunge una coppia di lupi sul Cansiglio che presto diventerà anch’essa un branco con la prossima cucciolata».
Il ritorno del lupo, riapparso in provincia di Belluno nel 2014, scatena tutt’ora reazioni diverse, che si sostanziano in posizioni opposte, tra chi invoca l’abbattimento programmato (come una parte del mondo agricolo e dell’allevamenti) e chi invece vorrebbe lasciare che il lupo si diffonda indisturbato. «Il lupo è una specie protetta — chiarisce il comandante della polizia provinciale, Oscar da Rold — e come tale va trattato: non può essere abbattuto. La sua presenza va gestita, ma senza allarmismi né isterismi. Non possiamo escludere che in futuro ci possano essere attacchi all’uomo, ma la letteratura scientifica dice che non si registrano assalti del lupo da oltre 70 anni. Da altri animali i pericoli: ad esempio, oltre 50 persone vengono ferite ogni anno da bovini e cavalli».
E allora la questione si sposta sul piano informativo, come spiega il vicario del prefetto, Andrea Celsi. «Questo è solo un primo tavolo di lavoro — ha annunciato — convocato su richiesta di alcuni sindaci e di altri prefetti del Veneto, per cercare di definire una strategia informativa univoca e corretta, che faccia cogliere coscienza del problema, ma non crei allarmismi inutili».
Alcune proposte già sul tavolo, come un depliant informativo o l’idea partorita dal Comune di Belluno, rappresentato dall’assessore all’Agricoltura, Stefania Ganz: pannelli informativi da esporre nelle aree di passaggio degli escursionisti, che mettano in guardia dai rischi legati al lupo, ma anche, come detto in apertura, dei cani da pastore.
Le idee Informazioni a operatori e turisti con un depliant o pannelli