Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Gli assessori di Conte: «I migliori»
Treviso, varata la squadra del sindaco: otto componenti. «Fra un anno, la verifica»
Quattro uomini, altrettante donne: così sarà composta la nuova giunta del sindaco di Treviso, Mario Conte. Tre i non residenti in città, fra cui Gloria Tessarolo, assessore alla Famiglia, che prenderà servizio a fine anno perché da poco mamma. «Ho scelto i migliori - ha spiegato Conte - ma fra un anno verificherò il lavoro compiuto». Intanto Conte lancia stoccate sui musei («pochi visitatori») e passa al setaccio i luoghi pubblici a caccia di balordi.
Modellata col cesello, molto leghista, con un occhio al risultato amministrativo e uno al valore umano, «ma al centro c’è la professionalità». Mario Conte ha mostrato ieri a Treviso la sua squadra di giunta, quattro donne e quattro uomini: «Sono i migliori che avrei potuto scegliere». E sono tutti avvisati: «Fra un anno ci sarà una serena analisi interna». Una verifica, la valutazione del lavoro svolto, dei segnali raccolti e degli obiettivi raggiunti.
Tre assessori sono stati pescati dagli eletti (Sandro Zampese, Christian Schiavon, Silvia Nizzetto, subentreranno Vittorio Zanini, Maurizio Franco e Michele Bassetto), tre hanno partecipato a vario titolo alla campagna (Andrea De Checchi, Alessandro Manera, Lavinia Colonna Preti), due sono esterne (Gloria Tessarolo, Linda Tassinari). La più giovane ha 38 anni, il più «esperto» 57. Tre assessori vivono fuori Treviso (Manera a Paese, Tessarolo a Preganziol, Tassinari a Mogliano), ed è una grossa novità rispetto alla giunta precedente che era tutta residente nel capoluogo, centro e quartieri.
E sempre per marcare la differenza, tutti hanno un’occupazione che non lasceranno per l’incarico in Comune: «Ho chiesto la massima disponibilità e responsabilità per la centralità del ruolo amministrativo» spiega subito il sindaco. Per Tessarolo però ha fatto un’eccezione. È diventata mamma da un mese e mezzo e prenderà servizio il primo dicembre; fino ad allora Conte prenderà in carico i suoi assessorati: «Si occuperà del piccolo Arturo, il nostro assessore aggiunto. Ci sembrava giusto, visto che ha la delega alla famiglia, che potesse prendersi cura della sua nei mesi della maternità».
Sicurezza e protezione civile saranno le deleghe del sindaco, che ha già cominciato a dettare la linea dura: nella prima settimana, direttive e interventi sono stati incentrati su controllo dello spaccio e legalità. Ieri, dopo accattoni e occupazioni abusive, è toccato a parchi e giardini comunali ed è stato emanato il primo daspo urbano di Conte: una pattuglia della polizia locale è intervenuta a Sant’Andrea, uno dei soggetti identificati era in possesso di alcolici, comportamento vietato dall’ordinanza, non potrà più avvicinarsi ai giardini per 48 ore. «L’abbiamo detto da subito, abbiamo agito».
Passo successivo, per il sindaco, il rapporto con Contarina: «Ho già visto cose che non mi piacciono, troppi bidoncini in giro. Se vogliamo essere una città turistica devono sparire, in particolare dalla Loggia dei Cavalieri, non bastano le mascherature». E fa un affondo sulla cultura: «Stiamo lavorando a una pia- nificazione per tutto il 2019. Fra sabato e domenica le due sedi museali hanno avuto 51 visitatori complessivamente, per 15 dipendenti impiegati. Credo sia necessaria una riflessione». Una stoccata pesante. La delega ai quartieri sarà a tutti gli effetti «un referato di tutti. Ci sono tanti piccoli interventi da fare, per migliorare con poco la vita di molti». E subito vuole creare «dei centri di ascolto per le famiglie».
Ringrazia tutti i dipendenti di Ca’ Sugana, «ho trovato grande disponibilità, sono molto motivati», ma qualcosa col tempo dovrà cambiare: «Non saranno rivoluzioni, ma qualche settore con più personale dovrà riequilibrare quelli in cui invece ci sono carenze. Due dirigenti andranno in pensione a breve (Pierobon dell’ambiente e Lippi dei musei, ndr), decideremo se sostituirli o accorpare le posizioni in un piano organico». L’intenzione è di portare a Ca’ Sugana tutti gli uffici degli assessori, ma nel frattempo si divideranno fra la sede centrale e Palazzo Rinaldi dove restano commercio, urbanistica e lavori pubblici.
Giovedì 28 c’è il primo consiglio comunale e per quasi tutti sarà un esordio a Palazzo dei Trecento: «Voglio che ci sia una stretta comunicazione fra la giunta, i gruppi e i consiglieri. Parola d’ordine trasparenza».
Alla presentazione della giunta c’era anche una rappresentanza leghista di peso: il futuro capogruppo in consiglio e consigliere regionale Riccardo Barbisan, il commissario provinciale Roberto Ciambetti e il segretario nazionale (ossia regionale) Gianantonio Da Re: la sua prima vittoria, quand’era il leader provinciale, era stato il secondo mandato Gentilini nel 1998; nel 2013 non aveva incarico politico, quando la Lega fu sconfitta da Manildo; dopo cinque anni è tornato in via Municipio e sorride sotto i baffi.