Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Un corso per curare con le piante
Villorba, medici e farmacisti a lezione per imparare a fare prescrizioni
«Naturale» non equivale a «innocuo». In alcuni casi infatti i principi attivi di vegetali insospettabili possono causare gravi effetti, specie in chi sta seguendo una terapia farmacologica. Spesso però anche medici e farmacisti non sanno dire quando esistano rischi per la salute: è la ragione per cui un medico padovano, Francesco Pesenti, e un farmacista trevigiano, Renzo Gatto, hanno fondato a Villorba la Scuola Veneta di Nutrizione e Fitoterapia con alcuni colleghi delle Università di Padova e Siena.
Lo scopo è smontare le bunea fale in materia, portando informazioni di carattere scientifico in un ambito ancora dominato dal fai-da-te: gli argomenti vanno dalla tossicologia al metabolismo, dalle interazioni ai miti da sfatare. Dal 2015 la Scuola ha formato un centinaio di medici e farmacisti, ma da quest’anno è iniziato un ciclo di incontri gratuito rivolto solo ai non addetti ai lavori.
«I cosiddetti rimedi naturali sono un business in crescita e i medici in genere non sono preparati a indirizzare i pazienti, che finiscono per informarsi su Internet», sottoli- Gatto. All’origine ci sarebbe una carenza nel curriculum medico: «In Veneto la fitoterapia non è inclusa negli studi universitari di medicina, fatta eccezione per alcuni corsi post lauream sorti di recente, e non è riconosciuta come specialità; altre regioni vantano invece eccellenze in materia. E in alcuni casi sono le stesse aziende a promuovere corsi sui propri prodotti fitoterapeutici».
Le prescrizioni dei rimedi naturali non si possono fare alla leggera: «I pericoli maggiori si hanno nell’interazione tra farmaco e pianta - dice Gatto -. L’estratto di tè verde può annullare l’effetto di farmaci della chemioterapia; l’estratto di Ginkgo Biloba può essere fatale se assunto da un paziente che prende anche il Coumadin, un anticoagulante. Molte volte i medici non lo sanno: ho visto con i miei occhi la ricetta con le due prescrizioni».
In questo contesto, le richieste di rimedi naturali rischiano di essere liquidate con dei «no» su tutta la linea: «Di fronte alla chiusura dei medici le persone perdono fiducia e si rivolgono al ‘dottor Google’ per avere informazioni», sottolinea Gatto. Niente chiusure in stile Burioni contro i no-vax: «Bisogna dialogare con i pazienti, dimostrando loro rischi e benefici frutto di ricerca scientifica, anche se alle volte non vogliono ascoltare il parere medico – continua Gatto –. La fitoterapia non è alternativa ma complementare alle terapie convenzionali. Pur essendo più lenta nell’azione offre soluzioni ottime per disturbi come la gastrite e tosse e problemi legati alla menopausa. La gente rischia solo quando si affida a santoni e sciamani privi di competenza verificabile».
Gatto mette in guardia: «La fitoterapia sta all’erboristeria come l’astronomia sta all’astrologia. Il rigore scientifico differenzia le prime dalle seconde, e serve a vagliare gli usi tradizionali delle erbe».