Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Conte-Manildo, scintille su luci e bilancio
Il sindaco, ieri a Chieti e domani a Pontida, marcato dall’ex sui suoi progetti
TREVISO Esordio in trasferta per Mario Conte. Ieri pomeriggio, a Chieti, il neosindaco è stato ospite dell’assemblea nazionale di Anci Giovani: burocrazia, amministrazione, tagli ai fondi e organizzazione del personale i temi affrontati sul palco, assieme ad altri neo-colleghi. E domani si viaggia di nuovo: Conte sarà assieme al popolo leghista a Pontida, dove farà il suo primo saluto da sindaco. Dalla Marca partiranno per lo storico raduno padano 12 pullman (la delegazione più numerosa fra i 45 bus del Veneto).
«I cittadini manifestano problemi iniziati ieri, ma le risposte arriveranno fra cinque, sei anni – ha detto alla platea ieri a Chieti -, ed è anche questo che fa perdere la fiducia nel settore pubblico. Esigenze di oggi devono trovare risposte rapide, va rinnovato il sistema e ridotto il passaggio fra preliminari, verifiche di fattibilità, reperimento di fondi, gare d’appalto e tempistiche infinite».
Il primo bando in realtà Conte se lo troverà cotto e mangiato: è il piano di illuminazione pubblica smart e sostenibile, il pallino dell’ex sindaco Giovanni Manildo (una gara da 11 milioni che potrebbe andare a cantiere già in autunno). «Lo ristudieremo tutto, elemento per elemento, dal punto di vista tecnico e soprattutto economico» ha ribadito Conte. Ed è proprio qui che si alzerà il livello della competizione fra maggioranza e minoranza, con un conflitto che scatenerà scintille.
Il centrosinistra ha già dimostrato a Conte di essere pronto a una dura battaglia su molti fronti, punto su punto, a partire dalla rilevata incompatibilità del consigliere Antonio Dotto che lo obbligherà a scegliere fra il Consiglio e l’Ipab. Ma ci sono altri due ambiti sui quali troverà, a fargli opposizione, lo stesso Manildo. La scelta di mantenere temporaneamente il seggio ai Trecento (nonostante il giorno dopo la sconfitta elettorale avesse annunciato di voler rinunciare) è stata dettata da pressioni esterne, ma anche da una «responsabilità» su due temi che saranno affrontati a breve: il bilancio e il progetto di totale rifacimento dell’infrastruttura luminosa. Manildo non lascerà il Consiglio finché non sarà affidato il bando al quale ha lavorato nel suo ultimo anno di mandato e che conosce in ogni dettaglio. Ha predisposto quei documenti ma non riuscirà ad inaugurare l’opera, e quindi si dedicherà a verifica e controllo sull’attività del centrodestra.
Questo ha una controindicazione: la staffetta con Nicolò Rocco doveva essere giovedì ai Trecento, invece Manildo ha posticipato il passaggio di consegne almeno a dicembre o gennaio. E al di là di tutti quelli che chiedevano al leader del centrosinistra di rimanere, c’è anche chi non l’ha presa bene.