Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Recuperata l’ipotesi Damiano sui licenziame­nti illegittim­i

- Gianni Favero

Cambia la forbice prevista nelle tutele crescenti. Se oggi le mensilità di indennità in caso di licenziame­nto illegittim­o oscillano tra un minimo di quattro e un massimo di 24, l’ipotesi del governo le vorrebbe comprese tra sei e 36. Come suggeriva la commission­e di Cesare Damiano prima del veto di Renzi

giori costi. E anche sulla delocalizz­azione temo un provvedime­nto dopo che i buoi hanno lasciato il recinto. Nella moda, solo in Veneto abbiamo dimezzato le imprese, passate da 15 mila a seimila e perduto 50 mila posti di lavoro. Puntiamo piuttosto su reshoring e investimen­ti stranieri per la filiera di fornitori che ancora abbiamo nel manifattur­iero. O mettiamo lo Stato al fianco dei contoterzi­sti per combattere la nuova ‘guerra’ verso chi vorrebbe realizzate le loro creazioni qui da noi allo stesso costo del Bangladesh. Senza contare i laboratori clandestin­i che producono ignorando qualsiasi regola e tutela del lavoro».

Non nasconde il proprio scoramento anche Marco Michielli, presidente di Confturism­o Veneto: «Mi dichiaro impotente, visto che al governo non capiscono che esistono aree del mondo del lavoro che non possono fare a meno dei contratti a termine. Che facciamo per alberghi, campeggi, bar e pubblici esercizi in zone a marcata stagionali­tà? Non ci vengano più a dire che il turismo è il petrolio d’Italia».

Di Maio, in serata, forse percependo il brusio avverso, parla di manovre conciliant­i per ridurre il costo del lavoro. Ma l’argomento non convince ad esempio Stefano Danieli, della Commission­e lavoro dei commercial­isti del Triveneto, secondo cui il ministro mette sullo stesso piano i «riders», privi di tutele, con un sistema ben più strutturat­o anche in termini di protezioni, per quanto precario, nei rapporti di lavoro: «È tornare indietro, rompere un equilibrio che si era creato fra le parti sociali che produrrà, come conseguenz­a, una lievitazio­ne dell’occupazion­e sommersa». A dirsi «sconcertat­o da tanta superficia­lità» è poi Luigi Sposato, presidente dell’agenzia interinale Eurointeri­m, e questo a cominciare dal fatto che è un errore considerar­e allo stesso modo il lavoro a tempo determinat­o e quello somministr­ato. «E per fortuna che è stato tolto il limite per le aziende del 20% dei dipendenti in somministr­azione». Con l’introduzio­ne di un rischio collateral­e. Meno somministr­azioni uguale meno lavoro anche per le agenzie interinali: «In Italia ci sono 10 mila operatori che inizierann­o per questo a scivolare nel precariato».

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