Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Ciao cara Alina, mi sono rovinato per te»
Il padovano che si è ucciso per le estorsioni di una lucciola ha lasciato un lungo scritto
PADOVA Disperato, senza altro conforto che il proprio diario. Prima di arrivare al suicidio, l’operaio di Piove di Sacco vittima delle estorsioni di una prostituta che gli chiedeva continuamente denaro, aveva scritto pagine su pagine su cui carabinieri hanno indagato per arrivare ad arrestarle lei, Ana Alina Ursu, 28anni di origine romena.
«Ana Alina Ursu, mi sono rovinato per te. Non so proprio se l’incidente di Alina contro S. e suo cugino A. sia stato un complotto per rovinarmi economicamente. Adesso sono rovinato. Ciao, A.S.». Questo è uno degli ultimi scritti dalla vittima che avrebbe compiuto 50 anni il giugno scorso, e risale a gennaio. Qualche giorno dopo l’operaio ha infilato la testa in un sacchetto di plastica e si è tolto la vita. L’origine di tutti i suoi guai era una ragazza con cui aveva avuto una relazione, una giovane e bella prostituta che lo aveva ridotto sul lastrico con pesanti estorsioni.
Lei, rinchiusa in carcere a Verona dai carabinieri di Piove di Sacco su ordine di custodia cautelare firmato dal gip Elena Lazzarin, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice dell’interrogatorio di garanzia. Ci sono altri quattro indagati, due connazionali che si fingevano poliziotti, e due prostitute, indagati in concorso con l’arrestata.
Loro erano «gli esattori», quelli che su ordine della giovane donna andavano a prendersi denaro non solo dall’uomo che, esasperato, si è tolto la vita, ma anche da altre vittime da cui gli investigatori hanno raccolto informazioni. Le bugie che Alina raccontava per chiedere in prestito denaro erano tante: la mamma malata, guai con la giustizia, possibili arresti per debiti. E lui ha sempre ceduto, fino a darle 90mila euro. Nel suo cellulare i carabinieri hanno trovato un messaggio di Alina, divenuta sempre più spietata: «Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto faccio venire due sicari dalla Romania per ucciderti». L’uomo prima di suicidarsi era andato dai carabinieri a raccontare tutto. Non aveva voluto sporgere denuncia contro di lei, perché ne era terrorizzato. Le indagini erano iniziate ma lui non ha retto e si è tolto la vita.
Ecco cosa scriveva prima di ammazzarsi: «Luciano (finto poliziotto ndr) mi ha chiamato dicendo che ha un’amica a Padova senza soldi e che devo assolutamente aiutarla. Le ho dato 650 euro come voleva il poliziotto». Un altro episodio: «I carabinieri mi hanno detto che sono vittima di un raggiro in cui ho perso oltre 90 mila euro. Però i bonifici bancari erano donazioni per spese mediche, quindi mandati volontariamente da me. Non posso fare una denuncia su queste donazioni».