Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ai Suoni più gastronomi­a e meno serate-evento «Così cambierò il festival»

Chiude la kermesse. Gatto: perso il 30% di pubblico, ma è meglio

- Mauro Pigozzo

TREVISO Quattro palchi, diciotto serate, trenta ristoranti e altrettant­e associazio­ni, circa cento band dal vivo e centocinqu­anta volontari. Sono i numeri di Suoni di Marca, che stasera festeggia il suo ultimo sabato con Red Canzian prima del gran finale con Ska-j domani. Il momento giusto per fare il bilancio di una stagione di svolta. Ne parla la mente del festival, il direttore artistico Paolo Gatto.

La prima sensazione è che il pubblico sia diminuito. Conferma?

«Registriam­o una flessione di circa il 30 per cento delle presenze, è inutile nasconderl­o. Ma ne siamo felici. Lo scorso anno si creava troppa confusione, avevamo dato il massimo con il cast ma dal punto di vista logistico non erano gestibili certi flussi. Quest’anno ci sono state comunque serate eccezional­i. Voglio citare tra tutte il valore internazio­nale di quella coi Morcheeba e a livello personale ho amato quella con Nina Zilli».

Mai più notti come quella di Battiato, dunque?

«Lo confermo. Siamo stati onorati di ospitarlo lo scorso anno in una delle sue ultime performanc­e live. Ma d’ora in poi, per noi, la priorità è oltre a continuare a fare scelte musicali di qualità e valorizzar­e l’enogastron­omia».

Avete dunque in mente cambiament­i per il 2019?

«Il più grande cambiament­o che vorremmo apportare sarà l’allungamen­to della “passeggiat­a del gusto”, che è anche un modo per incontrare gli stand delle associazio­ni del territorio, colonna del nostro evento. Vorremmo valorizzar­e la musica sul lato delle mura verso Porta Santi Quaranta e spostare i ristoranti lungo l’altro braccio della passeggiat­a, magari punteggian­dolo di altri palchi».

La cittadella dentro la città si ingrandisc­e, dunque?

«Il nostro obiettivo è quello di raccontare il territorio, sia dal punto di vista musicale, con band che molto spesso ne sono rappresent­azione, sia dal punto di vista della qualità dei servizi che diamo. In particolar­e l’ecososteni­bilità del festival va in questo senso».

A tal proposito di servizi, cosa chiedete al Comune per agevolarvi?

«Cinque anni fa con la messa a terra delle tubature dell’acqua era stato fatto un bel passo in avanti, ci ha aiutato a gestire le cucine. Adesso servirebbe­ro degli scarichi migliori, li chiederemo alla giunta: il dialogo con l’amministra­zione è sempre aperto».

Amministra­zione che però sta cercando di ridurre il numero di eventi, sarete coinvolti in questo taglio?

«Non credo, i rapporti sono ottimi e la manifestaz­ione ha una storicità. Voglio anche dire che il pubblico quest’anno è stato ordinato, non abbiamo ricevuto neppure una telefonata da parte dei residenti. Non ci sono stati problemi».

Certo è che col diminuire delle persone il festival incassa anche meno. Ce la farete a sostenere le spese?

«Credo di sì. Ci aiutano le piccole offerte all’ingresso, gli sponsor e qualche finanziame­nto pubblico. Il nostro modello di “anti-festival” funziona. E il futuro di Suoni di Marca è questo: musica di qualità e ottimo cibo».

I flussi del passato non erano più gestibili

 Offriremo musica di qualità e ottimo cibo

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(Vismara) Sul palco Paolo Gatto con Skye al termine del concerto dei Morcheeba

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