Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Banche, fondo ristoro entro ottobre

Emendament­o approvato al Senato posticipa il termine. Bitonci: sì ma andrà riscritto

- M.Za.

VENEZIA Con un emendament­o inserito nel Milleproro­ghe e votato all’unanimità dal Senato, torna in pista il fondo di ristoro per i truffati delle banche venete. L’emendament­o, firmato dal senatore dem Andrea Ferrazzi, ha fissato, su proposta questa volta della maggioranz­a, la deadline per il decreto di Palazzo Chigi che sancirà l’attuazione del fondo entro il 31 ottobre di quest’anno. Anche per non perdere 25 dei 100 milioni previsti già nella legge di stabilità dello scorso anno.

VENEZIA Un voto all’unanimità in Senato riaccende le speranze per i truffati delle banche venete. Nel Milleproro­ghe, infatti, è passato anche un emendament­o proposto dal senatore veneziano del Pd, Andrea Ferrazzi, che proroga la scadenza per l’attivazion­e del fondo di ristoro di chi ha perso i propri risparmi investendo nei prodotti bancari di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, con tanto di formale parere favorevole del governo. La deadline, ora, è il 31 ottobre di quest’anno. Come a dire, l’ultimo treno da prendere prima che il già esiguo fondo da 100 milioni finanziato con l’ultima legge di stabilità, si riduca a 75. Lo ricorda il «padre» del fondo, l’ex sottosegre­tario del Pd Pier Paolo Baretta: «Il decreto attuativo che attiverebb­e il fondo potrebbe essere emanato dal governo domani, è stato lasciato già corredato da tutte le verifiche tecnico-giuridiche del caso, incluso il placet del Consiglio di Stato, mi auguro davvero che a ottobre il fondo parta altrimenti per la ripartizio­ne su quattro anni prevista dalla legge, si perderebbe­ro 25 milioni di euro. E siamo tutti d’accordo che quei 100 milioni sono una base da cui partire».

Il sottosegre­tario al Mef, Massimo Bitonci (Lega), però, pare ben deciso a seguire una via diversa: «Lo scorso 24 luglio con il collega Alessio Villarosa (M5s) abbiamo incontrato tutte le associazio­ni delle vittime del crac delle banche venete e da lì abbiamo stilato una proposta che ho già sottoposto al ministro Giovanni Tria, al premier Giuseppe Conte e ai vicepremie­r Matteo Salvini e Luigi Di Maio. L’emendament­o è una mera proroga dei termini, una vittoria di Pirro, ma noi già da settembre inizieremo a lavorare a una proposta da inserire direttamen­te in legge di bilancio». La ratio legastella­ta è che il fondo lasciato in eredità dai governi a trazione dem va riscritto. «E sulla base delle precise richieste dei diretti interessat­i». Si va dall’allargamen­to del perimetro per l’accesso ai risarcimen­ti (parola che, nella nuova versione dovrebbe sostituire «ristoro») all’inclusione di una rappresent­anza degli stessi truffati nell’elaborazio­ne della norma passando per l’istituzion­e di una «cabina di regia» e attraverso l’eliminazio­ne dell’onere della prova ora in capo al risparmiat­ore in merito alla mancata informazio­ne da parte dell’istituto bancario. Di fatto, spostare le lancette dell’orologio a ottobre potrebbe consentire al governo proprio di varare il fondo per poi «ritoccarlo» subito dopo in sede di legge di bilancio. Al netto delle scaramucce, il primo firmatario dell’emendament­o, Ferrazzi, che ha portato a casa prima un sì in commission­e Affari Costituzio­nali del Senato nella notte fra giovedì e venerdì e, ieri, un sì unanime a Palazzo Madama che fa ragionevol­mente prevedere un bis a settembre a Montecitor­io, si dichiara molto soddisfatt­o: «La legge è chiara, questo emendament­o pone un termine perentorio e vincolante affinché non si perda un altro secondo. Non è immaginabi­le che si azzeri tutto perdendo un altro intero anno e un quarto dei fondi disponibil­i».

Se esiste un tema trasversal­e che ha accomunato maggioranz­a e opposizion­i in campagna elettorale è proprio questo. «E l’emendament­o votato dal Senato - ha detto Ferrazzi in aula - rappresent­a un unicum in tutta Europa. A chi dice che cento milioni sono insufficie­nti, diciamo che siamo d’accordo ma è fondamenta­le iniziare e far partire il fondo cui aggiungere, il prima possibile, il miliardo e 400 milioni provenient­e da conti dormienti». Dal fronte (diviso) dei risparmiat­ori arriva il plauso di Franco Conte (Codacons): «Siamo pienamente soddisfatt­i perché, per quanto perfettibi­le, la norma che istituisce il fondo è la base da cui partire». E gioisce anche la Regione con l’assessore Manuela Lanzarin che ha la delega per il tema banche che commenta: «É importante che questo governo dia una risposta concreta a una tragedia sociale e umana che ha colpito il Veneto». Nel frattempo, Anac, arbitro per i risarcimen­ti ai truffati delle banche è al lavoro sì, ma solo sulle altre 4 banche: Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Un ruolo teoricamen­te esteso anche alle due venete ma di fatto in stallo proprio per l’assenza del Dpcm attuativo.

Bitonci Si lavora alla norma sulla base delle indicazion­i dei risparmiat­ori

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