Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il giallo della ragioniera I soldi spariti e la stanza sottosopra
Cittadella, la ragioniera manca da 8 giorni
CITTADELLA Una donna scomparsa, una camera in disordine, video sfocati, appuntamenti mancati, soldi spariti e una macchina vuota parcheggiata davanti alla stazione. Arriva dall’Alta Padovana il giallo che sta tenendo con il fiato sospeso tutta la provincia e che a molti rievoca, non senza una buona dose di cinismo, il film dell’orrore che ha avuto come protagonista Isabella Noventa, la segretaria uccisa due anni fa dal suo amante Freddy e dalla sorella di lui, Debora Sorgato. Anna Fasol, ragioniera 59enne di Cittadella,
è scomparsa senza alcun motivo da casa nel pomeriggio di lunedì 30 luglio: aveva un appuntamento in banca insieme al titolare della ditta di carni per cui lavora, ma a quell’appuntamento non s’è presentata. A chiamare i carabinieri è stato il marito, Enzo Simonetto, mentre la figlia Marialaura, campionessa di nuoto e ricercatrice a Miami, rientrata in tutta fretta dagli States, ha messo un post su Facebook martedì scorso, subito ritirato, su consiglio degli investigatori.
A una settimana dalla scomparsa, ieri i carabinieri sono andati a casa di Anna, località Ca’ Onorai di Cittadella, per una perquisizione. Gli investigatori cercavano tracce biologiche nei posti più insoliti: sulle pareti o sui vestiti
Il giallo
È la madre della campionessa Marialaura Simonetto. Ieri i carabinieri hanno cercato tracce nell’abitazione della famiglia
messi a lavare nel cesto della biancheria. Di più: cercavano i segni spesso invisibili di una morte violenta. Pare non abbiano trovato nulla. La scomparsa di Anna non si spiega, così come non si spiegano altri dettagli che rimarrebbero sullo sfondo di una vita normale ma che, scossi dai sospetti, dai dubbi e dalle indagini, appaiono sotto tutt’altra luce: come la stanza in disordine e una finestra aperta trovata dalla domestica il giorno della scomparsa. Anna era una donna ordinata, meticolosa: il disordine in casa per lei era inaccettabile. Chi ha rovistato nei cassetti? Se è stata Anna, qual era il motivo di tanta fretta? Se non è stata lei, allora il ventaglio delle ipotesi si allarga a dismisura.
Il caso è avvolto nel mistero, esattamente come lo era quello di Isabella Noventa all’inizio, quando tutti, anche gli investigatori, ignoravano che fosse stata uccisa. I fatti: Anna Fasol fa la ragioniera in una piccola azienda a conduzione famigliare che commercia carni a Tombolo. Lunedì mattina ha una discussione con il marito, poi entrambi escono per andare al lavoro, ma si ritrovano come sempre a pranzo, dove, dirà Enzo ai carabinieri, si chiariscono. Anna esce alle 13.45 circa: deve andare in banca, dove ha un appuntamento con il titolare Lino De Poli. Pare si debba discutere di soldi, e in particolare di un ammanco di cui Anna era al corrente, avendo lei accesso ai conti aziendali. Ma Anna non arriva in filiale, ed è lo stesso titolare della ditta a dire a Simonetto che sua moglie è sparita.
Enzo si mette a cercarla e trova la Mercedes Classe A di Anna in stazione a Cittadella, convinto che abbia preso un treno chiama al telefono, che suona a vuoto e poi si spegne. I carabinieri cercano un biglietto, qualcosa che spieghi la fuga, ma non trovano niente. Si aspetta, il protocollo per gli adulti che scompaiono prevede passaggi precisi. Intanto viene aperto un fascicolo in procura, senza reati e senza nomi, e a coordinare le indagini è Giorgio Falcone, lo stesso pm di Isabella Noventa. Ma è un caso: quel giorno Falcone è di turno e del giallo, d’ora in poi, se ne occuperà lui. Passa una settimana e di Anna c’è solo un’immagine indefinita del video in stazione. Lei non si trova, si fanno largo sospetti e illazioni: qualcuno ipotizza che abbia rubato 100 mila euro dalla ditta e voglia farsi una vita nuova. Anzi no, forse aveva un amante ed è scappata con lui. Anzi no, si è suicidata. Oppure l’hanno ammazzata. Per il marito Enzo e la figlia Marialaura tante dolorose ipotesi e per ora nessuna certezza.