Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sparatoria, bossoli uguali a quelli che furono già recapitati al bodyguard
ODERZO L’ogiva del proiettile estratta dalla sua scapola è compatibile con il bossolo trovato a casa di Durim Qefa un anno fa. La prime perizie balistiche confermano che il proiettile esploso all’alba di sabato contro il buttafuori 40enne è un calibro 22, sparato con una pistola semiautomatica. Dello stesso tipo di quello che Qefa aveva ritrovato nella sua casa e lasciato da chi, dopo essersi introdotto furtivamente, gli aveva distrutto il televisore. Una compatibilità che collega i due fatti e ne fa una delle piste sulle quali lavorano, nell’indagine per tentato omicidio, i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso.
Tutte le ipotesi sono ancora al vaglio sull’aggressione subita dall’uomo mentre, dopo
aver lavorato per una festa privata, rientrava nella sua abitazione di via Volta a Oderzo. A sparargli, secondo quanto riferito, è stato un uomo incappucciato. Ma perché? Per un movente passionale legato alle sue relazioni presenti e passate? A al suo ambiente di lavoro come bodyguard e buttafuori per un’azienda di sicurezza del Veneziano? Nulla viene lasciato al caso. A fornire una pista su cui indagare, sulla quale c’è il massimo riserbo, è stata proprio la vittima, che ammette di avere dei sospetti e di aver già raccontato tutto gli inquirenti. Intanto le sue condizioni, dopo l’intervento subito per l’asportazione del proiettile, sono migliorate e già nelle prossime ore potrebbe essere dimesso dal reparto di ortopedia dell’ospedale Ca’ Foncello.
La caccia all’uomo Potrebbe essere giunta a una svolta. L’addetto alla sicurezza sta meglio e sarà dimesso