Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ammazza di botte la moglie e chiede aiuto: «È caduta»
Cavarzere, l’assassino era ai domiciliari. Gli investigatori: «Una gelosia ossessiva»
CAVARZERE (VENEZIA) Quando l’ambulanza è arrivata in viale Regina Margherita, intorno alle sei del mattino, i sanitari del Suem si sono trovati di fronte una scena da incubo: ampie macchie di sangue sporcavano i muri esterni della casa, i marmi delle finestre, le sedie di plastica bianca, l’asfalto dell’ingresso. Davanti alla porta, stesa a terra, Maila Beccarello; il suo volto era una maschera rossa, irriconoscibile, il suo polso non dava risposta. In piedi a fianco a lei il marito, Natalino Boscolo Zemello: è stato lui a chiamare il 118, inizialmente borbottando qualcosa riguardo a una violenta caduta dalle scale che aveva lasciato la moglie in fin di vita. Una versione che è crollata subito davanti all’evidenza dei fatti: le tracce di sangue e il corpo senza vita della donna raccontavano un’altra storia, fatta di abusi e gelosie, di ossessioni e brutalità e culminata in un femminicidio, il 39esimo in Italia dall’inizio dell’anno. Un delitto compiuto a mani nude - forse anche con una sedia in acciaio - il pestaggio di un gigante da 150 chili che infieriva su una donna gracile e impotente.
Maila e Natalino si erano sposati sette anni fa, ma la donna florida, dal volto pieno e sorridente che si riconosce nelle foto delle nozze negli ultimi anni era stata sostituita da una persona diversa: il viso tirato, gli occhi segnati, le braccia ossute forse tradivano un disagio a cui Maila saltuariamente accennava giusto a qualche vecchia amica con cui si teneva in contatto attraverso i social network. Per tutti gli altri la donna - 37 anni compiuti appena una settimana fa - appariva riservata e molto concentrata sulla sua passione per gli animali: i suoi quattro bull terrier erano il suo orgoglio, il suo sostegno erano il fratello Alessandro e la sorella Alice, entrambi però residenti lontano da quella casa a Cavarzere che Maila condivideva con l’anziana madre - assente da lunedì bisognosa di cure, e con il marito.
Zemello, in quella abitazione in affitto, era confinato da circa un anno: agli arresti domiciliari per una tentata estorsione che risale al 2014, l’uomo originario di Sottomarina apparentemente si comportava come un detenuto modello, tanto da essersi guadagnato dei permessi giornalieri di uscita che sfruttava per raggiungere la piazza di Cavarzere, di tanto in tanto. Di due anni più giovane della moglie, impegnava il suo tempo tra grigliate in giardino e battute su Facebook.
Mercoledì mattina nessuno dei vicini ha sentito i due litigare, ma lo scontro deve essere stato furioso: «Probabilmente l’uomo aveva sviluppato una gelosa ossessione nei confronti della moglie - ipotizza il comandante dei carabinieri di Chioggia, Francesco Barone Crediamo che possa averla uccisa a mani nude dentro casa: all’interno abbiamo assistito ad uno spettacolo spaventoso, c’era sangue ovunque e le tracce di qualche maldestro tentativo di ripulire il tutto. Poi l’avrebbe portata all’esterno, forse proprio per evitare che i sanitari entrassero in casa. Resta da capire se, in un attimo di lucidità, abbia tentato di rianimarla o solo di dissimulare il delitto». Zamello ieri non ha parlato: domani, davanti al gip al pm titolare, potrebbe svolgersi l’interrogatorio di convalida. Intanto l’uomo è nel carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia, accusato di omicidio volontario aggravato da crudeltà, futili motivi e dal fatto che i due erano sposati.