Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Artigiani: «Degreto dignità, solo peggioramenti» Critica anche la Cgil: vediamo già i primi effetti
TREVISO Decreto Dignità, anche gli artigiani esprimono le loro perplessità: per la Cna di Treviso «modificherà in senso peggiorativo regole e strumenti ben funzionanti ed efficienti come i contratti a tempo determinato». E si innesta qui la sfida con i sindacati che ritengono l’ostacolo aggirabile: «Trasformando i tempi determinati in indeterminati, dopo due anni il lavoratore è stato valutato in modo sufficiente».
A portare la delusione delle partite Iva per le modifiche ai contratti è Alfonso Lorenzetto, presidente di Cna: «La ripresa dell’occupazione in questi anni è stata possibile proprio grazie ad una legislazione adattiva che ha fatto incrociare le esigenze di domanda e offerta, consentendo a migliaia di lavoratori di uscire dal nero, da un precariato fatto di finte partite Iva, di finti soci di cooperative,
e di poter disporre della protezione piena di un contratto collettivo con tutele, garanzie e diritti».
Ma Nicola Atalmi, segretario Slc Cgil di Treviso, cambia il punto di vista. «I primi effetti del decreto dignità si vedono già nella Marca – spiega - un lavoratore delle Poste sarà lasciato a casa dopo soli 11 mesi di contratti a tempo determinato, ha avuto un rinnovo per un solo mese e non per cinque mesi fino a fine anno su consiglio dell’ufficio legale per non dover scrivere le causali. Giustamente è piuttosto arrabbiato, rimarrà a casa e la sua direttrice responsabile perderà un operatore bravo e preparato». Un caso paradossale, dice, ma non l’unico: «Un’azienda manifatturiera aveva alcuni contratti a tempo determinato in scadenza. Erano molto preoccupati per i rinnovi, in un caso sul superamento dei 24 mesi e in uno sul semplice rinnovo di un contratto in scadenza dopo il primo anno, al quale avrebbero dovuto aggiungere le causali per attivare il secondo». La soluzione presentata è semplice, dice Atalmi: «Assumano quei lavoratori a tempo indeterminato, visto che lamentano sempre di non trovare personale qualificato, a meno che in realtà non interessi piuttosto tenere il lavoratore sempre a scadenza per averlo più, diciamo, disponibile e controllabile. Per le causali, correttezza e precisione nelle indicazioni eviteranno grandi rischi, non abusando di situazioni di precarietà. Dobbiamo intervenire subito per rendere il quadro normativo e sindacale chiaro e trasparente».