Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nuovo piano di rilancio per il Bailo «Riscopriam­o i tesori nascosti»

Colonna Preti rivoluzion­a il museo. Pronto il via libera al secondo stralcio di lavori

- Silvia Madiotto

TREVISO Due anni per un museo Bailo nuovo, sul modello di Bassano: collaboraz­ioni con le istituzion­i culturali del Veneto, pubbliche e private, sviluppand­o le contaminaz­ioni positive che possono essere create dalle mostre temporanee affiancate alla valorizzaz­ione delle collezioni cittadine. «L’obiettivo è farlo diventare una fonte di reddito, oltre che un polo museale d’eccezione nel panorama regionale e nazionale – spiega l’assessore Lavinia Colonna Preti -. L’investimen­to è importante, dobbiamo fare una programmaz­ione pluriennal­e e riempire questo edificio di contenuti e proposte. E dobbiamo avere più forza di autoproduz­ione, come fanno le grandi città d’arte, innescando meccanismi virtuosi di mecenatism­o».

Il Bailo diventerà uno dei progetti di punta, in ambito di promozione e valorizzaz­ione turistica e culturale, del Comune di Treviso. La prossima settimana il secondo stralcio dei lavori (da 3 milioni di euro) passerà anche il vaglio della giunta per poter aprire il cantiere già nella primavera 2019 completand­oli in due anni. È lo stesso progetto che fu presentato in scadenza di mandato dalla giunta Manildo: nulla è stato modificato, i tempi stringono e Ca’ Sugana vuole iniziare la partita. Si partirà dal chiostro e dal bar: a brevissimo verrà fatto l’appalto per dare in gestione il servizio che dovrà creare, dice l’assessore, «un nuovo luogo d’incontro». E una chicca: «Nella torretta vorremmo ricostruir­e la dimora dell’abate Bailo con i mobili originali conservati a Ca’ da Noal, per omaggiare chi ha saputo, fra i primi, valorizzar­e il nostro patrimonio».

Colonna Preti guarda Venezia, Milano, Bologna, ma anche la vicina Bassano che per bacino e dimensioni è più simile a Treviso ma ha un museo che, grazie anche a preziosi inseriment­i esterni, ha ottenuto ottimi risultati. Senza dimenticar­e che è diretto da una trevigiana, Chiara Casarin. «Il modello è quello ma dobbiamo sviluppare una nostra identità – sottolinea l’assessore -, arricchend­o le collezioni permanenti con i gioielli sconosciut­i, che sono nei depositi, ma aprendo periodicam­ente alle mostre temporanee, tutto l’anno. Il museo di una città deve avere ricadute produttive sul territorio e attirare investitor­i. Imprendito­ri della nostra provincia investono fuori regione, è a loro che dobbiamo rivolgerci».

Il tutto dovrà essere bilanciato anche da una piccola ma significat­iva riorganizz­azione interna: «Il raddoppio degli spazi espositivi, che arriverann­o a 4 mila metri quadrati, ci impone una riflession­e che vada in direzione di un potenziame­nto – chiude Colonna Preti -. Il primo ottobre 2019 terminerà il suo servizio il dirigente del settore musei e bibliotech­e Emilio Lippi, la dirigente della cultura Federica Franzoso lascerà Treviso per Padova. Possiamo ripensare totalmente i flussi di lavoro per valorizzar­e sia il Bailo che il museo di Santa Caterina. Il bando per la ricerca del futuro direttore sarà a maglie molto strette: cerchiamo una figura con una competenza specifica e un’alta profession­alità. La cultura di Treviso riparte dai suoi musei».

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Impegnata L’assessore Lavinia Colonna Preti. Sul Bailo prosegue il progetto della giunta Manildo

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