Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gang delle rapine, boss nei guai

Tre «colpi» in Valbelluna: il Pm chiede 8 anni di galera per Daniel Nigro La scorsa estate furono vittime un’anziana, una prostituta e un dentista

- Davide Piol

BELLUNO Era stato definito la mente criminale della gang: studiava le vittime, organizzav­a i «colpi» e inviava poi i suoi scagnozzi, due giovani tra cui un minorenne, a fare il lavoro sporco. Il pm Marco Faion ha chiesto otto anni di reclusione per Daniel Nigro, 30enne di Mel, accusato di essere l’artefice delle quattro rapine messe a segno in Valbelluna durante l’estate scorsa.

Il giovane ha già scontato un anno di carcere. Da più di un mese si trova agli arresti domiciliar­i nella casa dei suoi genitori a Mel. La richiesta del Pm è alta, ma tiene conto non solo dell’aggression­e dell’anziana di Cirvoi, ma anche della reiterazio­ne del reato.

Gli avvocati che difendono Nigro, Franco Capuzzo e Guido Galletti, hanno scelto il rito abbreviato che gli permetterà di ottenere lo sconto di un terzo della pena. Per quanto riguarda i complici di Santa Giustina il 20enne Mattia Lotto ha già patteggiat­o quattro anni e mezzo di carcere, mentre F.S., maggiorenn­e solo nell’ultima tentata rapina, ha patteggiat­o un anno e otto mesi.

I «colpi» ideati da Nigro ai danni di Alba Buso (l’anziana di Cirvoi), la prostituta al Pasquer di Feltre, la sala slot «Paloma» di Santa Giustina e l’odontoiatr­a sempre di Santa Giustina Cesare Werlick. Si sono costituiti parte civile tutti eccetto i proprietar­i della sala slot che hanno già ottenuto i soldi rubati, 9.700 euro e un risarcimen­to di 3.000 euro. Gli altri hanno invece chiesto indennizzi per 45.000 euro: 30.000 l’anziana di Cirvoi, 5.000 la prostituta e 10.000 come provvision­ale il dentista. Sentenza rinviata al 5 ottobre.

Intanto individuat­o e arrestato il giovane nordafrica­no che il 27 maggio scorso aveva aggredito una turista in centro a Feltre strappando­le la borsa e provocando­le lesioni a una spalla (20 giorni di prognosi). Mercoledì i carabinier­i l’hanno portato in una comunità locale, come disposto dal gip del Tribunale dei minori di Venezia.

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Richiesta dura Mano pesante della Procura

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