Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il pentastellato D’Incà: «Paghi anche lo Stato»
Il deputato: progetto serio, budget precisi. Berti: prima si pensi ai Mondiali 2021
VENEZIA Più ci si allontana dalla Torino della sindaca Chiara Appendino, furiosa per l’(auto)esclusione della sua città, e più il diktat pentastellato ribadito ieri dal vicepremier Luigi Di Maio («Neppure un euro dal Governo per le Olimpiadi») si sfuma e si attenua fino a diventare impalpabile.
Già a Milano, ad esempio, il consigliere regionale Dario Violi dice di attendersi «un’iniziativa totalmente trasparente», ammette che se ben gestite «le Olimpiadi possono essere un’importante occasione per portare turismo e investimenti» e avverte: «I fondi regionali andranno usati con parsimonia assoluta e vigileremo perché questa iniziativa non si trasformi in un’altra Expo».
Ma è in Veneto che più forte si fa sentire la voce che chiama in causa il Governo, ed è quella del deputato bellunese Federico D’Incà, che riferisce di aver già iniziato a parlare «con chi di dovere» nella maggioranza, e argomenta: «In questa fase, mentre sono ancora forti le polemiche e le tensioni tra le città che si sono giocate la candidatura, è difficile provare a dialogare. Spero però che quando gli animi si saranno calmati ci siederemo tutti attorno ad un tavolo e che lì, con pragmatismo, possa emergere la buona volontà del Governo che deve fare fino in fondo la sua parte accanto alla Regione e al Cio. E questo a maggior ragione se il progetto si confermerà sostenibile sul piano economico e ambientale e rispettoso dei budget. Non vogliamo che, come è accaduto in passato, i consuntivi finiscano per sforare da tutte le parti le voci dei preventivi».
D’Incà evidenzia poi l’importanza che l’abbinata Mondiali di sci 2021-Olimpiadi 2026 può avere per lo sviluppo della montagna veneta, dal punto di vista degli impianti sciistici e dell’appeal turistico («Spero in un effetto traino per Alleghe, Auronzo e Arabba») ma anche dal punto di vista infrastrutturale: «In cima all’elenco delle priorità, con i tanti cantieri già previsti in vista del Mondiali, ci deve essere lo scioglimento del nodo di Longarone».
Più cauto il consigliere regionale Jacopo Berti, padovano ma cortinese di adozione: «Resto a quel che ha detto il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti, e ciò che lo Stato non metterà un euro, e che ha confermato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, secondo cui sarà possibile fare tutto con i privati, usando il giusto criterio. Spero solo che la Regione si dia da fare, magari accelerando con i lavori per i Mondiali del 2021. A Cortina c’è ancora bisogno di tanto».
Il nodo delle garanzie
Il dossier va presentato entro l’11 gennaio. Per allora dovranno essere chiare le garanzie