Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le telecamere di Petrolio sul Prosecco (che fa boom)
Stasera su Rai 1 un’ampia inchiesta sul vino di Marca. Intanto la Doc esulta: «Export record»
CONEGLIANO Il rapporto tra Prosecco e fitofarmaci torna alla ribalta televisiva con un reportage di «Petrolio», il programma di Rai 1 condotto da Duilio Giammaria. Stasera dalle 23.55 andrà in onda una puntata speciale, «Wine Spirit», che indaga il mondo del vino dalla grandezza enologica francese con il mitico Bordeaux al nuovo trend del vino biologico e biodinamico. Ma il vino è anche alcol e, quindi, a volte dannoso per la salute.
La trasmissione parte all’attacco con l’epidemiologo Domenico Palli e l’oncologa Fiorella Belpoggi, che evidenziano i potenziali danni dell’alcol. Poi l’inchiesta si sposta in Veneto, nella terra del Prosecco, con la giornalista Nuria Biuzzi. «Dopo l’intervento di Gianluca Bisol, che da produttore ci ha spiegato cosa sta cambiando nei mercati del Prosecco, abbiamo cercato di capire le sfide che sta affrontando un prodotto tanto noto nel mondo», spiega Giammaria. Tra le immagini dei vigneti e le dichiarazioni dei presidenti dei consorzi della Doc Stefano Zanette e della Docg Innocente Nardi, Petrolio poi ritira fuori l’indagine della rivista «Salvagente» che aveva analizzato in laboratorio dodici bottiglie: tutte presentavano almeno un residuo di pesticida. In questo caso, si ripercorrono le analisi svolte. «È un dato di fatto che molto si stia facendo per il biologico – spiega ancora Giammaria – ma che ci sia anche in corso un forte allarme su come vengono coltivati i vitigni. Ma il nostro obiettivo è quello di raccontare e indagare una delle eccellenze italiane, il Prosecco, senza polemiche».
Nel frattempo il Consorzio Doc sfoggia i primi dati sull’andamento del mercato del Prosecco, in crescita, nel mondo, del 5%. «La nostra quota di export pari al 75% sostiene il presidente Stefano Zanette - si era concentrata su alcuni paesi chiave. Regno Unito, Stati Uniti e Germania, da soli se ne accaparravano circa i due terzi. Un rischio elevato in situazioni come la Brexit o l’eventualità paventata dagli Usa di introdurre dei dazi». Da qui la volontà di diversificare. «Ad esempio nel Regno Unito, a fronte di un calo del -2,3% abbiamo registrato un aumento del 4,9% sui fatturati. La Russia, dopo alcuni anni di flessione, registra un balzo del +28, Taiwan del +115, la Polonia del +84,1, il Belgio del + 63,9. Singolare il trend della Francia, dove non abbiamo mai intrapreso campagne di promozione: è diventato il nostro quarto mercato e quest’anno registra un ulteriore + 26%. Infine Australia (+38,5%) e Svezia (+ 40,4%). Negli Usa, nostro secondo mercato, le vendite sono salite del 3,8%, mentre la Germania, con il suo +12,5%, si conferma al terzo posto».
Giammaria Cerchiamo di capire le sfide del settore, sentendo tutte le voci