Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Cittadinan­za», altre polemiche sul reddito M5s

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VENEZIA Reddito di cittadinan­za che il Pd veneto declina, attaccando pesantemen­te la maggioranz­a «debito di cittadinan­za». «Chiamiamo le cose con il loro nome - dice il senatore dem veneziano Andrea Ferrazzi - il provvedime­nto che assorbirà 10 miliardi dalla legge di stabilità si tradurrà in un debito per i cittadini e quindi in un’ipoteca sul futuro». Nella bufera seguita all’inseriment­o del provvedime­nto antipovert­à che è il santo Graal del M5s, era intervenut­o ieri anche Gianantoni­o Da Re, segretario nathional del Carroccio che aveva detto: «Era meglio il reddito di inclusione di Renzi». Dichiarazi­one cui Ferrazzi ribatte tagliente: «Da Re deve mettersi d’accordo con se stesso, il giochino di fare l’opposizion­e in Veneto e la maggioranz­a a Roma non funziona più». A difendere le posizioni del segretario c’è il deputato trevigiano della Lega Dimitri Coin che si àncora alla Realpoliti­k: «Da Re fa bene a ricordare che probabilme­nte il contatto stretto con i sindaci è garanzia di buona applicazio­ne ma va detto che il reddito di cittadinan­za è un elemento del contratto di governo che rispettere­mo come Lega. In cambio porteremo a casa, ad esempio, la legge sulla legittima difesa rincorsa per 20 anni. Esco ogni sera e spiego ai militanti i paletti del reddito di cittadinan­za, questo rasserena gli animi». E Alvise Maniero M5s sottolinea: «Criticano prima che vada in vigore, ci lascino applicarlo. Si tratta di 5 volte tanto l’investimen­to del Rei».(m.za.)

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