Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lasagna, dalla periferia al paradiso « Si vedeva che era da Nazionale»

Il ricordo dei presidenti di Cerea a Este: Kevin, giocatore atipico

- di Dimitri Canello

Governoles­e, Cerea, Este, Carpi, Udinese, Italia. Sei fermate sul treno di Kevin Lasagna, con destinazio­ne paradiso. La telefonata che ti cambia la vita il bomber di provincia che sgomita, che lotta, che segna, che firma un contratto di cinque anni a Udine e che sale ancora un gradino nella sua incredibil­e carriera di calciatore, l’ha ricevuta da Roberto Mancini, ct della Nazionale: «Sei convocato».

L’attaccante di San Benedetto di Po ha faticato a crederci e pure a dormire nella notte dei sogni. Partito dalla bassa mantovana il suo destino, dopo essere cresciuto nelle giovanili del Chievo, è cambiato proprio nella nostra regione, a Cerea nella bassa veronese e a Este, nella bassa padovana: «Voleva smettere col calcio giocato — spiega l’ex direttore sportivo del Cerea Alberto Misturini — ma l’anno in cui lo acquistamm­o dalla Governoles­e la sua carriera svoltò. La prima parte del campionato fu problemati­ca, faticava a segnare, era sfiduciato. Poi tutto cambiò. Esonerammo l’allenatore e con il cambio di guida tecnica lui si scatenò: sette gol nel girone di ritorno, ricordo la partita con il Real Vicenza in cui praticamen­te vinse da solo. Dopo quell’anno, io avrei scommesso ad occhi chiusi che sarebbe arrivato in Serie A. è un attaccante atipico, con caratteris­tiche particolar­i che lo rendono unico. Cristiano Giuntoli lo venne a veder più volte nell’anno in cui esplose a Este, poi chiuse l’affare con il presidente Doriano Fazion. 75mila euro, euro più, euro meno: poi c’erano alcuni bonus».

Cerea ed Este, l’asse del destino, quello arrivato proprio nella stagione 2013-2014, quella del trasferime­nto nel club guidato dal presidente Renzo Lucchiari: «Il merito della sua esplosione definitiva — sorride a distanza di anni — va a Gianluca Zattarin, che riuscì capirne il potenziale e a sfruttarne il valore. Fece 21 gol, quell’anno fummo a lungo primi in classifica e accarezzam­mo il sogno di essere promossi in Serie C. Ora che lo vedo con la maglia azzurra non posso che essere orgoglioso di lui. Era un ragazzo eccezional­e ed umile, spero che rimanga così ancora a lungo, perché mi dispiace che non mi risponda più al telefono. Quando si trasferì al Carpi venne a trovarmi a Natale e mi portò la sua maglia autografat­a e mi ringraziò. L’ho sempre seguito e gli auguro il meglio, sperando che non perda mai quelle caratteris­tiche umane che lo hanno portato così in alto».

Lucchiari ricorda bene quella stagione: «Pensi che lo acquistamm­o in prestito dal Cerea — sorride il presidente — quando arrivò in pochi sapevano chi fosse. Poi iniziò a fare gol in tutti i modi e sugli spalti cominciaro­no ad arrivare gli osservator­i. Giuntoli venne più volte, lui ci aveva visto più lungo degli altri. E guardate dov’è arrivato adesso, questo ragazzo...».

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In bianconero­Kevin Lasagna in azione con la maglia della sua squadra attuale, l’Udinese

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