Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sandro, 49 anni, ucciso da un albero caduto sull’auto
VENEZIA Sulla linea del Piave c’è ancora una notte da vivere con l’incubo del ‘66 infilato sotto le lenzuola. «Secondo le previsioni, tra pomeriggio e sera ci sarà la botta dura», diceva ieri mattina Luca Zaia. La montagna quell’incubo lo ha vissuto prima. Con il passare delle ore, le condizioni meteo sono andate peggiorando, in un crescendo di situazioni critiche e richieste di soccorso. Nel Feltrino c’è la prima vittima dell’ondata di maltempo che ha investito la regione. Poche certezze, date le condizioni limite in cui hanno operato i soccorritori. Sandro Pompolani, 49 anni (pare si tratti di un padovano, ma neppure su questo c’è sicurezza) è morto in un incidente accaduto verso le 21, in via Culiada, sulla statale da Feltre a Caupo. L’auto di Pompolani sarebbe stata colpita da un albero sradicato dal vento, che ieri soffiava con raffiche fino a 130 chilometri l’ora. Nell’incidente sarebbe rimasta ferita una seconda persona, di cui non sono state fornite le generalità. Probabilmente era in auto con la vittima, o su una seconda vettura: anche la dinamica, su cui lavorano i carabinieri di Feltre, resta lacunosa. Incubo ‘66, appunto. Ponte di Piave e Zenson, Nervesa della Battaglia e Ponte della Priula aspettano: la valle è appesa a quel che succede a monte, a quanto pioverà su, a Belluno, e in quanto tempo. «Le massime precipitazioni sono attese attorno alle 24 spiegava ieri Stefano Marcon, presidente della Provincia -, quindi la piena arriverà nei tempi conseguenti». Qui la memoria della grande alluvione, il Fiume che divora gli argini e banchetta con il cuore della Marca, resta viva: sindaci e popolazioni stamane sapranno, tutti sapremo, se il «doppio sei» sarà ancora ricordo o, di nuovo, qualcosa di palpabile. Intanto si fanno i conti coi danni e i disagi del primo giorno di allerta rossa. Pietro Signoriello, vice prefetto di Treviso: «A Ponte di Piave, in area golenale, è stata sfollata una quindicina di famiglie. Una decina - ricorda durante la riunione di ieri sera coi sindaci della zona - non ha sistemazione e ci stiamo organizzando per aiutarli. In nottata sarà allerta massima. Le previsioni di Belluno confermano che pioverà fino alle 24. Aspettiamo. Ci stiamo giocando le nostre carte avendo predisposto tutto quel che si doveva. Lo Scirocco, sul mare, non sta facendo un buon lavoro ma...». Anche Daniele Dalla Nese ha il suo daffare: «Non abbiamo grandi emergenze in corso - dice il sindaco di Zenzon di Piave -, del resto l’acqua di oggi è quella caduta in quota ieri. Il Piave è uscito dal letto in golena, al confine tra il mio Comune e
Sant’Andrea, frazione di San Biagio di Callalta». In quella zona vive una quindicina di famiglie: «Alcune le stiamo evacuando, altre vogliono restare in casa, sotto propria responsabilità...». Nel Trevigiano, a sera, il conto degli sfollati, nei vari paesi, è arrivato a quota 1500. Ieri mattina, Fabio Vettori era sul bypass stradale di Ponte della Priula, costruito un anno e mezzo fa per consentire la ristrutturazione del vecchio passaggio: «Il ponte provvisorio ha ancora due metri di franco - diceva il sindaco di Nervesa -. Per la bretella allagata si dovrà fare pulizia ma è poca cosa. Continuiamo a tenere monitorato il fiume e aspettiamo». Nel pomeriggio, una piccola porzione della sede stradale del bypass ha ceduto. Per Anas non si tratta «di problema strutturale e, se la situazione migliorerà, in un paio di giorni sarà ripristinato». Al mattino, complice la pioggia scarsa e le scuole chiuse, sugli argini del Piave si erano dati appuntamento curiosi a decine, nonostante il consiglio del governatore Zaia: «State lontani dai luoghi in cui si esprime la forza della natura». Foto, filmati, commenti sospesi tra timore meraviglia . Quello, però, era solo l’inizio. La lunga notte dirà.