Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
M5s: «Tav modificabile, non è il Tap»
Brusco e Spessotto: «Il modello è la Venezia-Trieste, ammodernamento della linea»
VENEZIA Nei giorni incandescenti della rivolta pentastellata in Puglia, il Veneto è in fermento sul fronte dell’Alta Velocità. «Il Tap - spiega il capogruppo M5s in Regione non si poteva fermare a causa delle penali ma la Tav veneta è un’altra storia. Il progetto può essere rivisto con l’ammodernamento della linea come per la Venezia-Trieste». Battagliera anche Arianna Spessotto, la deputata M5s veneziana attacca: «Non c’è progetto esecutivo, lo modifichiamo con Rfi».
VENEZIA Nei giorni tesi della rivolta anti Tap in Puglia, nelle ore che precedono una possibile espulsione per la pasionaria del M5s, la bassanese Sara Cunial, sulle barricate proprio contro il «voltafaccia» dei pentastellati al governo in Puglia, si continua a lavorare alacremente e, sempre meno sotto traccia, per archiviare la Tav almeno fra Verona e Padova. Il Veneto a Cinque Stelle non trova pace. Di pochi giorni fa l’assemblea dei «ribelli» che fanno capo alla consigliera regionale Patrizia Bartelle che non perdonano il ridimensionamento del no alla Pedemontana. Va da sé che l’Alta Velocità aspramente contrastata sia dai comitati sul territorio quanto da parlamentari e consiglieri regionali a 5 Stelle, diventa ora la madre di tutte le battaglie.
«Tap e Tav non sono assimilabili - scandisce Arianna Spessotto, deputata veneziana e riferimento per le infrastrutture all’interno del Movimento - nel primo caso, una volta al governo, sono saltate fuori le penali. Ma per la Tav veneta non è così, c’è tutto il margine per rivedere il progetto». Dal Mit assicurano che l’analisi costi-benefici sulla Brescia-Padova sarà ultimata entro l’anno. «Intanto, in commissione Infrastrutture alla Camera - spiega ancora Spessotto - abbiamo già proposto di aprire un fronte con Rfi. Abbandoniamo la folle idea di una linea con quadruplicamento a 12.000 volt che consentirebbe una velocità di 300 km orari teorici. Sì perché con una fermata ogni 40 km quella velocità non si raggiungerà mai. Per non parlare dei costi delle manutenzioni e la presenza di più sottostazioni elettriche. Lavoriamo con Rfi per ammodernare la linea a 3000 volt che possa servire più treni regionali e merci raddoppi selettivi in base alle esigenze di sorpasso dei treni veloci».
Manuel Brusco, capogruppo M5s in Regione, parla di «quadruplicamenti in sito» ma la sostanza è quella: realizzare in Veneto ciò che si è già deciso per la Venezia-Trieste: un restyling radicale della linea storica con raddoppio dei binari, quando necessario, raddrizzamento dei raggi di curvatura, quando necessario e nulla più. «Il Tap è tutta un’altra storia - dice Brusco ma una nuova linea Tav che, ad esempio, a San Bonifacio, corre su cavalcavia a 7 metri di altezza e a 4 km dalla linea storica è l’esempio di cosa non va fatto». Il fuoco di fila delle critiche di M5s e Comitati no Tav attivi soprattutto nel Veronese include le 309 prescrizioni Cipe sul lotto già ai nastri di partenza, il primo fra Brescia e Padova. E su cui, per inciso, pesa il sequestro per una discarica abusiva proprio dove sarebbe dovuto sorgere il cantiere.
Fra i veterani dei no Tav veneti c’è il veronese Daniele Nottegar: «Il Movimento 5 Stelle è sempre stato a fianco dei comitati, certo, un po’ di preoccupazione per come sta andando a livello nazionale c’è. Però sul territorio va detto che i parlamentari pentastellati continuano a stare al nostro fianco. E loro, come noi, pensano che per logica la linea ferroviaria va ammodernata secondo il modello della Venezia-Trieste il cui costo è sceso da 7,5 a 1,8 miliardi. In Veneto si stimano una decina di miliardi per una Tav che la Lega un decennio fa diceva di non volere e che invece ora difende a spada tratta». Brusco ribadisce che il suo non è un «no» al potenziamento ferroviario: «Dobbiamo guardare alla Venezia-Trieste. Lo stesso governatore Luca Zaia ad agosto è sembrato possibilista».
E sul fronte più caldo, quello veronese, il presidio è affidato a Francesca Businarolo che, come parlamentare M5s, ha fissato il suo domicilio in una casa espropriata per la Tav a Castelnuovo del Garda: «La lettera di esproprio è arrivata, nei giorni scorsi ho sottoposto tutto alla Camera per bloccare il provvedimento».