Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sessantenne annegato nel torrente
Falcade, trovato senza vita l’uomo disperso. Ennio Piccolin lavorava come stagionale negli impianti di sci, la sua auto parcheggiata accesa
FALCADE (BELLUNO) Si ferma a guardare il torrente in piena e scivola dentro. È presto per dire se si sia trattato di una fatalità o di un’imprudenza, forse si sono verificate entrambe, fatto sta che Ennio Piccolin, 61enne di Falcade, è stato trovato morto ieri pomeriggio nelle acque del Focobon.
Nel Bellunese è la seconda vittima del maltempo in due giorni e la dodicesima sul territorio nazionale. Lunedì sera il 49enne padovano Sandro Pompolani è rimasto schiacciato nella sua auto da un platano che gli è piombato addosso mentre stava guidando lungo via Culiada, a Feltre, come riferiamo nel pezzo sotto. Ieri mattina, invece, si era diffusa la notizia di due persone disperse: una donna agordina e un uomo di Falcade. La prima avrebbe dovuto andare all’ospedale di Agordo, dove lavora come infermiera, ma nessuno l’aveva vista e risultava irreperibile. È stata lei, poi, a raccontare che a causa del maltempo si era dovuta fermare a dormire in un hotel lungo la strada e che stava bene.
Per quanto riguarda Piccolin, era stata trovata la sua auto lunedì sera vicino al torrente Focobon, in località Molin a Falcade, poco distante dalla sua abitazione.
L’uomo aveva lasciato la portiera aperta e il motore acceso: due fattori che avevano subito insospettito i soccorritori. Ieri, verso l’ora di pranzo, è stato avvistato il suo corpo nel torrente, un chilometro più a valle rispetto al luogo in cui aveva lasciato la macchina. Inutili i tentativi di rianimarlo. Piccolin era già morto, non c’era più niente da fare.
Non si conoscono i motivi per cui la vittima abbia deciso di prendere l’auto e raggiungere il torrente in una giornata da allarme rosso. Forse voleva semplicemente vedere il livello dell’acqua del torrente, capire quanto fosse grave la situazione, magari scattare una foto o registrare un video, e poi tornare a casa con il ricordo di un fenomeno eccezionale e unico ma che può essere violento e fatale. E così è stato. Sembra che Piccolin abbia fatto un passo in più del consentito, scivolando nell’acqua e scomparendo poi tra le onde.
Falcade è uno dei Comuni più colpiti dalla furia del maltempo. Ieri mancavano l’acqua, la corrente elettrica e la linea telefonica. Inoltre la strada per raggiungere il paese era chiusa. Insomma quasi un’isola sperduta nel nulla, impossibilitata a relazionarsi con il resto del mondo. Inutile tentare di raggiungere gli abitanti: telefoni fissi e cellulari in tilt, Internet saltato.
A raccontare qualcosa su Piccolin è Luisa Velluti la trentenne di Falcade che un anno fa, dopo essersi rivolta alla trasmissione di Rai 3 «Chi l’ha visto» per trovare la propria madre biologica, aveva ricevuto una lettera proprio da lei, in cui le chiedeva di lasciarla in pace. Ieri mattina sarebbe dovuta tornare a casa da Roma, ma è dovuta rimanere a Belluno a causa delle condizioni meteorologiche avverse. «È impossibile raggiungere Falcade — ha spiegato — Ho sentito mio papà appena prima che sparisse la linea. Ma lì sono isolati. Non so neanche come riuscirò a tornare a casa. Ho sentito della morte di Ennio Piccolin e mi dispiace molto. Lo vedevo da bambina. In paese lo conoscono tutti. Faceva l’artigiano edile».
L’uomo viveva a Falcade con la moglie. Aveva due figlie e due nipoti. Ieri sera è stato impossibile parlare con qualcuno del posto. Tutti i telefoni risultavano spenti, anche quello del sindaco. «Sì, lo conoscevo — ha raccontato Renzo Minella, gestore degli impianti di Falcade — lavorava con noi durante le stagioni invernali. Era macchinista».
Intanto il ministro per la Famiglia, il veronese Lorenzo Fontana, esprime parole di conforto nei confronti di quanti sono stati colpiti dalla perturbazione che si è abbattuta sull’Italia: «In queste ore difficilissime la mia vicinanza e le mie preghiere vanno alle famiglie delle vittime del maltempo. Grazie ai soccorritori, alle forze dell’ordine, a tutti i volontari per lo straordinario lavoro che stanno facendo nei territori colpiti».
L’incidente Probabilmente l’uomo si è fermato a osservare la piena, ha messo un piede in fallo ed è caduto in acqua