Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sandro, il chimico-calciatore uscito di casa per il blackout «Non doveva essere lì»

- di Michela Nicolussi Moro

PADOVA Sarebbe dovuto tornare a casa stasera, per le festività di Ognissanti, da trascorrer­e con la famiglia. Ma il destino si è messo di traverso. Lunedì sera la tromba d’aria che ha infierito su Feltre ha divelto due alberi sulla statale 50, la «Culiada»: uno ha centrato l’auto di una donna, rimasta ferita, l’altro è crollato sopra la Lancia Ypsilon di Sandro Pompolani, chimico padovano di 49 anni, uccidendol­o. Un destino assurdo, crudele: la vittima, responsabi­le del laboratori­o interno al «Colorifico Paulin» di Seren del Grappa, faceva il pendolare, tornando nella sua casa di Voltabaroz­zo, quartiere di Padova, il venerdì sera, per passare il weekend con la moglie Victoria e la figlia di 7 anni. Il resto della settimana viveva in un appartamen­tino attiguo al colorifici­o, ma lunedì sera il maltempo ha scatenato un blackout, mandandone in tilt anche l’impianto di riscaldame­nto.

«A quel punto Sandro ha deciso di trascorrer­e la notte in albergo, al caldo — raccontano i familiari —. Alle 18.30 l’ultima telefonata alla moglie e poi, alle 20.30, si è messo in macchina per raggiunger­e l’hotel. Ma purtroppo non ci è mai arrivato. Lavorava a Feltre da dodici anni e quella era la prima volta che avrebbe dovuto dormire fuori». La notizia è piombata nella notte a casa della sorella Cristia, che abita fuori Padova con il marito e la figlia, ma lunedì era a casa dei genitori, anche loro residenti a Voltabaroz­zo. E’ toccato ai carabinier­i portare il triste messaggio, che ieri mattina in poche ore ha fatto il giro del quartiere, dove la famiglia è molto nota. «Sandro è nato e cresciuto qui, lo conoscono tutti — dice il parroco, don Gianluca, che ieri mattina è andato a confortare i parenti —. Io stesso l’ho incontrato per l’ultima volta domenica: frequentav­a la parrocchia e faceva parte del gruppo Crescere Insieme, nato per organizzar­e iniziative per i bambini, come le gite, la preparazio­ne delle uova colorate a Pasqua, le costruzion­i. La sua scomparsa è un brutto colpo per la nostra comunità, siamo tutti sconvolti».

E’ un grande dolore per gli amici, che ne tratteggia­no un ritratto delicato: Sandro era il classico bravo ragazzo della porta accanto, legato alle tradizioni, papà innamorato della sua piccola, che sette anni fa insieme alla moglie aveva battezzato il giorno del loro matrimonio. «Era sempre pronto ad aiutare tutti, se qualcuno aveva bisogno non diceva di no — ricorda uno degli amici fraterni —. Aveva la passione del calcio, ci ha sempre giocato e anche adesso disputava delle partite con noi, a Padova, e con i colleghi di lavoro a Feltre, dove si allenava con una squadra amatoriale. E poi ogni primo novembre, da 25 anni, organizzav­a sul campo di Voltabaroz­zo il classico match scapoliamm­ogliati, al quale partecipav­amo tutti, per ritrovarci e vivere una giornata di festa tra di noi. Dopo l’incontro c’era il pranzo, allargato alle famiglie. Anche quest’anno Sandro aveva preparato tutto, era una tradizione che ha cementato la nostra amicizia».

Dopo la laurea in Chimica, conseguita pure dalla sorella Cristia, più giovane, Sandro Pompolani ha trovato lavoro a Mirano e in un secondo momento a Feltre, dove aveva assunto un incarico di responsabi­lità. Ma soffriva la mancanza della famiglia, non vedeva l’ora che arrivasse il fine settimana per vedere la figlia, perciò stava pensando di tornare a Padova. «Era un suo desiderio, anche se sapeva che non sarebbe stato facile trovare un altro impiego a tempo indetermin­ato — conferma un amico che lo conosceva dai tempi delle elementari —. Era comunque un ottimista, aveva un carattere solare, aperto. Ed era un grande tifoso della Juventus, spesso abbiamo pensato di andare a vederla giocare all’Allianz Stadium di Torino, ma non ci siamo mai riusciti. Gli piaceva pure pescare e stare in compagnia: era un ragazzo semplice, disponibil­e con tutti, bravo a scuola e in ogni cosa che faceva. Quando si prendeva un impegno ci metteva l’anima per portarlo a termine. La generosità era il suo tratto distintivo». Lo confermano i familiari: «E’ vero, se vedeva qualcuno in difficoltà, si faceva in quattro per aiutarlo. Per esempio quando era a

Gli amici Faceva il pendolare da Feltre, dove lavorava, a Padova. Gli mancava tanto la figliolett­a

casa dava una mano alle mamme single delle compagne di classe della sua bambina: se loro erano al lavoro, teneva le figlie e le faceva giocare con la sua. Non si tirava mai indietro».

Il funerale si celebrerà nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Voltabaroz­zo, probabilme­nte venerdì mattina. Gli amici stanno pensando di preparare un saluto a Sandro da leggere in chiesa.

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Sandro PompolaniI­l chimico padovano, 49 anni, lunedì sera a Feltre è rimasto ucciso nella sua auto, schiacciat­a da un albero. Qui sopra è il terzo in piedi da sinistra
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