Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Hotel, pioggia di disdette: «È panico»
Lamentele dei clienti, ristoranti e bar chiusi. L’Ava: «Cancellate anche le prenotazioni per dicembre» Caccia a elettricisti e falegnami per le riparazioni. Ripristinati pontili e traffico Actv in 24 ore di lavoro
VENEZIA Fuga dagli hotel dopo la marea eccezionale. Per il ponte di Ognissanti fioccano le disdette, a Venezia, e molti turisti hanno rinunciato anche alle camere già prenotate per novembre e dicembre. Le strutture di lusso hanno perso fino al 30% delle prenotazioni e tra gli albergatori dell’Ava c’è rabbia e delusione, perché l’annata già segna un calo del fatturato del 13%. Una beffa che si aggiunge alla conta dei danni materiali cominciata ieri, quando le categorie hanno iniziato a distribuire i questionari agli associati su arredi, macchinari, merci, derrate e impianti resi inservibili dopo ore di ammollo nell’acqua salmastra.
Nel conto finiscono anche due arazzi ispirati a Mirò per le
L’Ava Abbiamo perso fino al 30% dei clienti Hanno paura
toilette danneggiate a Palazzo Zaguri e rimasti per ore inzuppati nell’acqua uscita dai bagni: sono due pezzi da mezzo milione di euro ciascuno e ieri mattina sono stati inviati di corsa all’Arazzeria Scassa di Asti, che li ha fatti, per un restauro in tempo per la mostra «Da Kandisky a Botero, tutti in un filo» che apre domani. «Speriamo di poterli salvare ed esporre», auspica il patròn di Venice Exibition, Mauro Rigoni. Nessun danno alla Fondazione Musei Civici che, dato l’allarme, ha provveduto per tempo a mettere in sicurezza opere, libri, beni strumentali, tanto che ieri mattina hanno riaperto Palazzo Ducale e tutta la rete museale. «L’unica criticità è Ca’ Pesaro, dove il forte vento ha fatto cadere
Pancin La conta dei danni è salita a 40 milioni di euro per i locali
alcune tegole nel chiostro», dice la presidente dei Musei Civici, Maria Cristina Gribaudi. L’area è stata messa in sicurezza dal Comune che, in questa vicenda, esce con una reputazione rafforzata.
A ringraziare il sindaco Luigi Brugnaro, che da due giorni gira con gli stivaloni per mezza provincia, è pure Roberto Magliocco, presidente dell’Ascom: «Per la prima volta, grazie all’allarme tempestivo, i negozianti sono riusciti a mettere in salvo il materiale. Certo, danni ci sono stati, ma contenuti rispetto all’entità del fenomeno. E ci siamo sentiti seguiti dall’amministrazione». Da una prima ricognizione, uno dei problemi maggiori è stata la fuoriuscita delle acque nere delle fosse settiche che raccolgono i grassi di bar e ristoranti. Hanno contaminato l’acqua, che per ore è rimasta a contatto con muri e pavimenti. A loro volta, bar e ristoranti parlano di danni per milioni di euro. «Quaranta milioni — specifica Ernesto Pancin, segretario dell’associazione esercenti Aepe — impianti elettrici da rifare, frigoriferi rotti, merce nei magazzini da buttare, arredi e boiserie da sostituire. Sono molti gli esercenti che non possono riaprire perché riparare i guasti significa sobbarcarsi ristrutturazioni importanti». E significa, per tutti, mettersi in lista d’attesa per avere manutentori, elettricisti, impiantisti, falegnami e montatori, pochi e carichi di lavoro.
A parte l’Harry’s bar, qualcuno che ha continuato a servire cicheti e aperitivi nel plateatico allagato e il Florian, ieri riaperto alle 15, tanti locali sono fuori uso, come i servizi degli alberghi. Ha fatto il giro del web il video dell’atrio dell’Hotel Danieli allagato. «La marea più alta che abbia mai visto — annuisce il managing director Antonello De’ Medici — abbiamo dovuto isolare una parte dei sistemi operativi per evitare contatti elettrici. E ora dobbiamo bonificare e sanificare tutto». In molti alberghi la clientela non è stata comprensiva: dall’hotel Ca’ Nigra Lagoon resort la titolare Stefania Stea racconta di rimostranze per il gin tonic non servito nel bel mezzo del picco di alta marea che ave-
va fatto saltare le linee telefoniche, il vano ascensore, la sala macchine. Al «Graspo de Ua», il titolare Michele Mazzetto riferisce di lamentele di clienti che non sono potuti uscire la sera e di due persone fuggite per la paura: «Nonostante le rassicurazioni, hanno visto le immagini in televisione e si sono spaventati».
E a cascata c’è stata una raffica di cancellazioni, conferma il presidente dell’Ava, Vittorio Bonacini: «Preoccupa che le informazioni non siano arrivate in modo corretto e che le disdette continuino anche per i prossimi giorni. Ci auguriamo che la situazione rientri e che passi il giusto messaggio sulla durata di questi fenomeni». Insomma qualcuno deve dire ai turisti che l’acqua alta dura pochi giorni e li deve convincere che oggi è già tutto a posto. Il che è vero per i pontili e i sistemi Actv: cento approdi danneggiati lunedì ieri mattina erano già stati riparati da cinque squadre di manutentori operative per 24 ore di seguito e che per tutta la notte hanno sistemato pali, ormeggi e bricole; ieri hanno completato la riparazione dei cinque pontili praticamente staccati dall’alta marea a San Servolo, San Zaccaria e Lido. Ma molti negozi sono chiusi in Lista di Spagna, così come due supermercati Coop. La pasticceria Dal Mas è riuscita ad aprire una delle botteghe: «Ci siamo dati da fare tra di noi per ripulire il laboratorio: si deve andare avanti». La furia dello scirocco e della marea hanno fatto affondare pontili, divelto assi, scoperchiato in parte le tensostrutture del polo nautico Punta San Giuliano: 30mila euro di danni, calcola Paolo Cuman. Sabato alle 9 appuntamento con attrezzi e buona volontà per ripristinare il possibile.