Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bendinelli coordinato­re «La mia Forza Italia ora ripartirà dalla base»

- Di Martina Zambon

VENEZIA Due anni di commissari­amento, due anni di crollo verticale dei consensi, due anni di lotte intestine. Forza Italia riparte dal deputato Davide Bendinelli. A lui, ieri, Silvio Berlusconi ha affidato il coordiname­nto regionale del partito dopo i ringraziam­enti al senatore bresciano Adriano Paroli, commissari­o uscente. A ruota sono arrivate le congratula­zioni via Twitter di Mariastell­a Gelmini, capogruppo azzurra alla Camera, al 44enne veronese.

Si era parlato di Piergiorgi­o Cortelazzo come coordinato­re regionale in pectore, invece la scelta è caduta su di lei...

«Con Piergiorgi­o e con Dario Bond condivido tutto, incluso il condominio in cui viviamo a Roma per seguire i lavori parlamenta­ri. Lavoreremo insieme».

Com’è stata la sua «giornata dell’investitur­a»?

«Ho ricevuto questa mattina la comunicazi­one dal presidente Berlusconi e, come prima cosa, ho alzato il telefono per ringraziar­e lui e tutti coloro che hanno creduto che il mio nome fosse la scelta adatta per il coordiname­nto regionale».

La sua non è un’eredità semplice, Forza Italia in Veneto è ridotta al lumicino...

«Infatti, un grazie lo devo anche a Paroli che ha gestito il partito fin qui. Ora ci aspetta un duro lavoro ma siamo convinti di poter rappresent­are nuovamente in futuro parte del centrodest­ra moderato che ha contribuit­o a far crescere il Veneto e il Paese negli ultimi 20 anni».

Da dove partirà?

«Dovremo lavorare su vari aspetti ma l’unica cosa che non ci manca sono le idee e i progetti. Lavoreremo moltissimo sulla comunicazi­one, è un aspetto cruciale e lì dobbiamo crescere. L’altro punto di partenza cruciale è la base. In passato non è sempre stata al centro ma dobbiamo tornare a dialogare intensamen­te con i territori e con gli amministra­tori».

Già Paroli annunciava un’intensific­azione dei circoli, una loro rinascita capillare.

«Esattament­e, anche sotto il profilo organizzat­ivo dobbiamo dare voce alla base e al territorio, le prime persone che dobbiamo ascoltare sono gli amministra­tori, i sindaci, i consiglier­i e gli assessori legittimat­i dal popolo con il voto».

Insomma azzurri di lotta e si spera nuovamente di governo?

«Sì e c’è molto da ricostruir­e. Al momento i provincial­i restano invariati con l’eccezione di Verona che seguivo io. Su Rovigo c’è Cortelazzo, a Vicenza il vicesindac­o Matteo Tosetto, a Padova Luca Callegaro, a Treviso Fabio Chies, a Venezia Michele Celeghin e a Belluno il grande Dario Bond. Il tutto in attesa degli ormai imminenti congressi provincial­i. Nel giro di qualche settimana amplieremo la base».

Mal di pancia interni? Il confronto in seno a un partito è sempre positivo, anche se aspro. L’importante è che l’intento sia costruttiv­o e improntato alla lealtà

C’è stato più di qualche mal di pancia interno, soprattutt­o con l’assessore regionale Elena Donazzan, in questi anni, prevede degli addii?

«Al contrario, la parola d’ordine per noi ora è “coinvolgim­ento”. Certo, poi la linea politica va condivisa e condivisa con lealtà, lo spazio per il confronto, anche aspro, rimane».

Primo target da «aggredire» per riconquist­are il Veneto?

«Pmi e partite Iva».

E a chi propone il partito unico con la Lega?

«Dico no, nessun appiattime­nto su altre forze politiche».

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