Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«In troppi si curano con il fai-da-te» Secondo caso di meningite a Treviso
Dopo il quarantaseienne morto la settimana scorsa, è ricoverata una quarantenne
TREVISO Due ricoveri per meningite in una settimana. Non c’è un allarme (si tratta in entrambi i casi di forme non contagiose di ceppo diverso non collegate tra loro), ma è evidente che sempre più persone non vanno dal medico quando si sentono male. I due casi infatti hanno un dettaglio in comune: entrambi i pazienti hanno sviluppato la meningite dopo un’otite non curata, anzi curata in modo casalingo, assumendo solo farmaci contro il dolore e non specifici per l’infezione.
«Mal di testa, febbre e dolore all’orecchio non vanno sottovalutati – spiega il dottor Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia del Ca’ Foncello -. L’appello a tutti i cittadini è di andare dal proprio medico e chiedere un consulto. Non fate da soli e non trascurate i sintomi, serve una terapia antibiotica».
Dopo la morte di un uomo di 46 anni nei giorni scorsi, l’altro ieri è stato il turno di una donna di quarant’anni che è stata ricoverata d’urgenza nel reparto di Neurochirurgia. La sua cartella clinica è già stata segnata da otiti mal curate, ma questa volta la patologia si è presentata con una violenza maggiore: è ricoverata in gravi condizioni per l’intensificarsi della stessa malattia. Come per il caso della scorsa settimana si tratta di una meningite da pneumococco, quindi una forma non contagiosa e che non richiede la profilassi della cerchia più ristretta delle conoscenze e frequentazioni, ma l’attenzione rimane alta. Quando la diagnosi è stata chiara, l’unità di Microbiologia ha subito analizzato il batterio e il ceppo è risultato diverso da quello del caso precedente, che aveva portato alla morte del 46enne. «I due casi non sono collegati in alcun modo» ha precisato Rigoli. Una sottolineatura necessaria per scongiurare il rischio di psicosi. Martedì scorso al Ca’ Foncello il 46enne era arrivato in condizioni molto critiche: da due giorni aveva febbre, mal di testa e un forte dolore all’orecchio; non era andato dal medico ma, per sopportare le fitte si era curato con dei farmaci non specifici, e non aveva assunto antibiotici. La moglie lo aveva trovato privo di sensi a letto, aveva chiamato i soccorsi e il dubbio si era sciolto dopo le prime analisi: il batterio dall’orecchio era arrivato alle meningi. Purtroppo, due giorni dopo è deceduto per una forma particolarmente aggressiva. L’anno scorso l’Ulss 2 di Treviso ha riscontrato un aumento del numero di casi di meningiti: negli ultimi 4 anni la media era stata di 10 pazienti. In solo una settimana, nel mese di ottobre sono già stati due. Non è sufficiente per ipotizzare un nuovo picco sul territorio provinciale anche perché i ceppi sono diversi e il 15% della popolazione è portatore sano di pneumococco.
Rigoli (Direttore di Microbiologia) Mal di testa, febbre e dolore all’orecchio non vanno sottovalutati, chiedete sempre un consulto al medico di base quando state male