Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Salvini ai sindaci: avrete più fondi
Ricostruzione, anche Casellati sprona il governo: «L’operosità dei veneti non diventi un alibi»
BELLUNO Tiene banco l’esiguità degli stanziamenti per la ricostruzione. Ieri, nel Bellunese flagellato dal maltempo, è stato il turno della presidente del Senato Casellati che ha visitato i luoghi colpiti impegnandosi a pungolare il governo: «L’operosità dei veneti non diventi alibi per ridurre le risorse». Salvini ha risposto a lei e ai sindaci promettendo nuovi fondi.
BELLUNO «Il popolo veneto è encomiabile, non piange e lavora. Ma la buona volontà della gente non dev’essere un alibi perché non arrivino sussidi importanti dallo Stato». Pronuncia con decisione queste parole il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, pochi minuti dopo essere sbarcata dall’elicottero dei carabinieri - accompagnata dal governatore Luca Zaia - che l’ha condotta al quartier generale della Protezione Civile di Belluno. E, a scanso di equivoci, ribadisce ripetutamente il concetto: il Veneto non può essere lasciato solo. Servono (tanti) soldi per rimettere in sesto la montagna dilaniata dal maltempo? «Dovranno arrivare. Dal governo e dall’Europa».
Casellati, ieri, ha trascorso la mattina nell’epicentro dell’ «apocalisse» che ha travolto Rocca Pietore, Colle Santa Lucia e decine di altri Comuni delle Dolomiti e delle Prealpi venete. L’ha fatto in macchina, con Zaia, perché la visibilità non ha consentito il volo dell’elicottero se non nell’ultima tappa del suo viaggio, fino all’aeroporto di Belluno. E lassù, scarpe sportive Hogan ai piedi, fra le macerie di case scoperchiate o travolte dal fango, e osservando strade e boschi spazzati via ha confessato la sua sorpresa: «Sono rimasta sconvolta da tanta devastazione. È stato un colpo al cuore vedere i paesi ridotti in quelle condizioni».
Del resto Casellati, da padovana, conosce bene queste zone e la sua gente. Ha parlato «con la signora di 80 anni che stava spalando via il fango dalla sua casa», con il padre di famiglia «che ha percorso chilometri a piedi per raggiungere la figlia». Ha osservato il lavoro meticoloso di centinaia di volontari, vigili del fuoco e forze dell’ordine. E ha infine deciso di garantire, quasi sbottonandosi la casacca istituzionale di seconda carica dello Stato: «Le mie attenzioni saranno forti a Roma. Faremo da pungolo nei confronti del governo, la cui azione dovrà essere rapida. Il Veneto è una priorità per l’agenda politica, questa regione traina l’economia nazionale».
Un impegno in piena regola, insomma. Per onorare il quale il presidente del Senato chiede di rimuovere subito un ostacolo: la burocrazia. «La parola d’ordine è tempestività. La popolazione veneta, come quella delle altre aree del Paese colpite da calamità naturali, non va lasciata in balia di norme e intoppi che rallentano o impediscono la ricostruzione. Non possiamo più pensare al Codice degli Appalti, anche se conosciamo bene le ragioni che lo han-