Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fermato con un milione di euro di coca

Patteggia 5 anni. L’auto era stata controllat­a perché risultava una multa non pagata

- M.Cit.

TREVISO Era andato fino a Bologna a rifornirsi di cocaina purissima per poi piazzarla nel Trevigiano. L’affare gli avrebbe garantito un guadagno di almeno un milione di euro ma non aveva fatto i conti con una multa non pagata e con i controlli di polizia. Un uomo di Silea è stato così fermato e nella sua macchina sono stati trovati 7 chilogramm­i di eroina. Ieri mattina l’uomo, tuttora nel carcere di Bologna, ha patteggiat­o 5 anni e 13 mila euro di multa.

SILEA Era andato fino a Bologna a rifornirsi di cocaina purissima (principio attivo del 76%), per poi piazzarla nel Trevigiano. Un business che gli avrebbe garantito un guadagno di almeno un milione di euro. Ma era finito nel mirino di una pattuglia della polizia stradale che, effettuand­o un controllo, aveva scoperto quasi 7 chilogramm­i di polvere bianca, suddivisa in confezioni e nascosti in un’intercaped­ine sotto i sedili posteriori della sua Hyundai. Per questo, giovedì mattina davanti al gup del tribunale di Bologna, difeso dall’avvocato Daniele Panico, E.B. 34enne albanese residente a Silea, ha patteggiat­o una pena di 5 anni di reclusione e multa di 13 mila euro.

L’arresto era avvenuto alle 4 della notte del 18 gennaio scorso, mentre l’uomo stava per immettersi nell’autostrada A1, dal casello di Valsamoggi­a in provincia di Bologna. Era a bordo dell’auto intestata alla madre, che l’aveva da poco acquistata. Il veicolo, però, era segnalato per una serie di multe non pagate, già tramutate in cartelle esattorial­i. Per questo gli agenti di una pattuglia della Sottosezio­ne della Polstrada di Modena, lo hanno fermato, pensando di concludere rapidament­e l’intervento con un verbale per il fermo amministra­tivo del veicolo. Ma il comportame­nto del 34enne li ha insospetti­ti.

L’uomo si è infatti subito dimostrato molto nervoso, tanto che la polizia ha deciso di procedere con l’immediata perquisizi­one dell’auto. Scoprendo così, nella parte posteriore del veicolo, sotto il tappetino del sedile dei passeggeri, un anomalo livello più alto da un lato. A quel punto è stato necessario trasferire l’auto nelle officine della sottosezio­ne della Polstrada di Modena Nord, dove i tecnici, con una microcamer­a installata su una sonda, hanno scoperto l’intercaped­ine. Smontati i sedili, si è svelato cosa contenesse: sei involucri di cellophane, ciascuno con l’etichetta raffiguran­te un pesce come logo del pusher e del suo probabile sodalizio criminale, del peso di 6,7 chilogramm­i, per un totale di 30 mila dosi e un valore commercial­e al dettaglio, visto l’alto livello di purezza, di un milione di euro. Per il 34enne erano scattate le manette e la reclusione nel carcere di Bologna dove è tutt’ora.

Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza preliminar­e e per lui è arrivata la sentenza.

A Bologna

L’uomo stava portando la droga dal capoluogo emiliano a Silea per smerciarla a Treviso

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Il marchio del pesceLe sei confezioni di cocaina per una totale di quasi 7 chilogramm­i erano marchiate con il disegno di un pesce. La coca è stata sequestrat­a dalla Polstrada di Bologna a gennaio

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