Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il tecnico di Toninelli «Tav, spendere meno si può»
Dossier costi-benefici, a Costa risponde l’esperto del governo
Non chiamatela «commissione». Quella che si occupa di «analisi costi-benefici» sulle grandi opere italiane è una task force composta da «cinque professionisti indipendenti» capitanati dal trasportista Marco Ponti. Irriverente e rispettato, Ponti lavora con il Traspol, laboratorio di politiche dei trasporti del Politecnico di Milano dove ha insegnato come ordinario (ora in pensione) di Economia e pianificazione dei trasporti. Si occupa di aspetti normativi, politiche, valutazione e pianificazione urbana riferita al settore dei trasporti. E, parole sue, ha lavorato come consulente per cinque ministri e «da tutti e cinque sono riuscito a farmi cacciare visto che non dicevo ciò che volevano dicessi». Pochi peli sulla lingua e idee chiare.
Professore, l’ex ministro Paolo Costa ha definito «inutile» l’analisi costi-benefici e ha detto di «provare imbarazzo per i tecnici incaricati dal ministro Danilo Toninelli». lui parlava di Tav e della necessità di completare la tratta veneta. Che ne pensa?
«Penso che ci siano delle premesse imprescindibili prima di parlare di questo. Non posso anticipare commenti sulle singole opere soggette alle analisi, entro Natale dovremo aver finito. Diciamo che ci sono alternative percorribili».
Stiamo dicendo che, ad esempio l’Alta velocità può essere declinata in modo altro, meno impattante e più economico senza essere cancellata con un tratto di penna?
«Esattamente, ci sono opere da declinare in un altro modo, non da cancellare. Le alternative sono importanti ma, in passato, essendo meno costose, non sono state prese in considerazione».
Perché?
«Le opere molto meno costose non hanno mai suscitato grande interesse perché è chiaro che l’obiettivo vero era spendere più soldi, basta pensare agli interessi coinvolti».
Sono accuse pesanti...
«Queste opere costano un’enormità di soldi. E sono tutti soldi dello Stato, vale a dire dei cittadini. Se vivessimo in Svizzera, forse, non sarebbe un grande problema ma il nostro Stato è in bancarotta, mi pare chiaro. Alla luce di questo mi chiedo: cosa c’è di male a fare un po’ di conti? È immorale non farli visto che si tratta di soldi pubblici, è un problema di trasparenza democratica cui il governo passato non ha inteso dare seguito perché ha deliberato 132 miliardi di investimento senza fare un conto solo perché “così ha deciso il principe”. La cosa, se permette, mi lascia molto perplesso sul piano etico».
Ma tutti i passaggi formali per la Tav come per altre grandi opere al tavolo del Cipe, il coordinamento interministeriale per la programmazione economica non contemplavano un’analisi dei costi oltre che dei benefici?
«Il Cipe? Nel corso delle poche valutazione fatte al Cipe si è chiesto all’oste se il vino fosse buono. È stata un’enorme presa per il c... di chi paga le tasse. Anzi, in taluni casi si è chiesta una valutazione costi benefici allo stesso costruttore come nel caso della Milano-Genova: costo 7 miliardi. Veda lei... Danno dell’incompetente a Toninelli ma è solo perché tocca troppi interessi».