Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Accendono il fuoco, trovati carbonizzati due senzatetto
La tragedia a due passi dal quartiere San Paolo. Ipotesi fornelletto all’origine delle fiamme
VENEZIA Le fiamme, alte, l’allarme scattato alle quattro del mattino in pieno centro a Mestre e poi la macabra scoperta: all’interno di un capanno in legno, rifugio per i senzatetto della zona, sono stati ritrovati due corpi carbonizzati. La tragedia si è consumata in un’area verde a due passi dal popolare quartiere San Paolo. Da tempo i residenti denunciavano un via vai di clochard con il sospetto che il giardinetto fosse ormai diventato zona di spaccio. Fra gli alberi il capanno utilizzato, via via, da associazioni di volontari e poi da gruppi scout. Più recentemente era diventato punto di riferimento per alcuni senzatetto che, con i primi freddi, cercavano rifugio. Le fiamme sarebbero divampate dall’interno, forse per un fuoco di fortuna acceso proprio per scaldarsi.
VENEZIA Forse stavano in quel capanno oscurato da alberi e siepi già da mesi, e magari assieme a loro vivevano altre quattro, cinque, sei persone. Oppure si erano rifugiati lì solo quella sera, cercando riparo dalla pioggia sotto il tetto di legno, a combattere il primo freddo della stagione con un fuoco di fortuna. Quando il rogo è divampato, però, le due vittime erano ancora distese all’interno, è probabile che il fumo abbia avuto ragione di loro prima delle fiamme.
Ieri notte, nel cuore di Mestre, un violento incendio ha divorato la vecchia chiesetta dismessa del quartiere San Paolo, a pochi passi dal centro città; l’edificio, interamente in legno, sorgeva in una macchia alberata, tra l’uscita della tangenziale e la serie di condomini che costituisce la spina dorsale del rione, quasi invisibile per le auto e accuratamente evitato dai pedoni. Quando è scattato l’allarme, intorno alle quattro del mattino, sul posto sono accorsi quattro automezzi del 115, dodici operatori e, non appena sono stati rinvenuti i cadaveri, anche il personale della polizia scientifica.
I corpi, non identificati, sono stati portati via solo a metà mattinata, il pm di turno Alessia Tavarnesi ha disposto le autopsie, che potrebbero essere eseguite già oggi. Nel pomeriggio la chiesetta è stata circondata dai sigilli: le fiamme hanno distrutto la struttura e fatto crollare il tetto, colonne e travi divorate dal fuoco. È probabile che l’incendio sia partito dall’interno e abbia colto i due occupanti nel sonno.
«Il mio primo pensiero va alle due persone che sono tragicamente morte nella notte appena trascorsa. E diventa preghiera per loro – ha detto monsignor Gianni Bernardi, rettore del Santuario della Madonna di Salute, che detiene la proprietà della costruzione - Attualmente, da alcuni anni, la struttura in questione era chiusa e in disuso in attesa di una futura ristrutturazione o eventuale nuova destinazione».
Se in passato, all’inizio degli anni Settanta, il capanno era diventato chiesa (prima i fedeli organizzavano le messe dietro le vetrine dei negozi) e poi era passato nelle mani dei gruppi scout e delle associazioni di volontariato della zona, oggi si era trasformato in un bivacco per senzatetto: da oltre un anno e mezzo tra le siepi che lo circondavano si erano aperti cunicoli e passaggi, a terra si moltiplicava la spazzatura; qualcuno sospettava che fosse anche diventato un punto di riferimento per lo spaccio di droga, e l’aveva scritto sull’asfalto e sul marciapiede. I residenti avevano persino installato una telecamera – in realtà non collegata – e appeso cartelli che minacciavano una costante «videosorveglianza», l’assessore alle Politiche sociali, Simone Venturini – Soprattutto stiamo integrando l’assistenza con l’inserimento lavorativo». Il Comune ha anche modificato il metodo di accesso ai letti, istituendo un sistema di prenotazione mattutina. In strada, comunque, restano ancora tante persone: «È difficile avere un conto totale, spesso sono soggetti che per scelta rifiutano qualsiasi forma di aiuto – racconta don Dino Pistolato, per anni direttore della Caritas diocesana – Ci sono 200 posti letto, i senzatetto che restano fuori sono almeno un centinaio. Molti sono stranieri e si spostano dopo poco». ma era chiaro che nel bagno, nel cucinino e nella piccola veranda sul retro della chiesetta continuavano a insistere sbandati e vagabondi. E a volte arrivavano allo scontro con i passanti, tra insulti e minacce.
Qualcuno racconta di aver visto un giovane di origini tunisine, poco più che ventenne, ripararsi all’interno con la sua ragazza italiana, forse incinta, ma l’esame dei corpi ha rivelato che le due vittime erano uomini. Oltre il muro dei condomini, nella strada parallela, sempre in pieno centro, si trova la Casa dell’Ospitalità, una struttura che offre ricovero e sostegno ai soggetti disagiati, eppure tra gli alberi del parcheggio, nel vicino sottopassaggio pedonale e persino nei vani dei portoni condominiali si incontrano ogni giorno senzatetto fasciati in coperte e sacchi a pelo. Sono gli stessi che, quando il termometro conferma il cambio di stagione, si vedono costretti a scaldarsi con fuochi e fornelletti, magari al riparo di un vecchio capanno dismesso.
Ecco perché non stupisce che qualcuno dei residenti, tra quelli che ieri notte sono stati svegliati dall’incendio, abbia raccontato di aver visto una terza figura allontanarsi dal rogo: si trattava probabilmente di un altro vagabondo che cercava di sfuggire al freddo e alla pioggia.