Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Violenze domestiche, seicento vittime

L’allarme lanciato dai pronto soccorso della Marca: «Tre accessi ogni due giorni»

- S.Ma.

TREVISO Tre donne ogni due giorni si rivolgono ai pronto soccorso della Marca dopo essere state vittime di violenza domestica. Nel 2017 sono state 571 le donne che hanno richiesto cure mediche. Altre 65 hanno chiesto aiuto ai consultori familiari. I numeri emersi dall’analisi dell’Ulss 2 grazie al Codice Rosa, sono preoccupan­ti anche perché sono dati sottostima­ti visto che sono ancora molte le vittime che non hanno il coraggio di chiedere aiuto.

TREVISO Tre donne ogni due giorni si rivolgono ai pronto soccorso della Marca dopo essere state vittime di violenza: sono state ben 571 nell’arco del 2017, mentre nei consultori familiari dell’Ulss 2 sono state accolte 65 donne con bisogno di aiuto.

Numeri preoccupan­ti che emergono da un’analisi dell’Ulss 2, grazie al Codice Rosa attivato da alcuni anni nei sei pronto soccorso della provincia e dai protocolli avviati nei distretti. «Purtroppo si tratta di dati ampiamente sottostima­ti perché sono ancora molte le vittime che non hanno il coraggio di chiedere aiuto e staccarsi dai contesti “malati” - spiega il direttore generale Francesco Benazzi -. Sono ancora tante, troppe, anche nel nostro territorio, le donne che subiscono quotidiana­mente violenza. Ma da certe situazioni si può e si deve uscire, non sono sole».

Nel 2013 una dipendente dell’Azienda socio sanitaria ha conosciuto direttamen­te il dramma della violenza domestica: lavoratric­e nel Distretto Pieve di Soligo, era stata aggredita dal marito, riportando ferite fisiche importanti che le hanno impedito di tornare in servizio, ma che l’hanno resa emotivamen­te più forte.

«Ritrovare la serenità non è stato facile ma ci sono riuscita - confessa oggi -. A tutte le donne vittime di violenza dico di trovare il coraggio di denunciare. Non è facile, purtroppo, perché si teme il dopo, fa paura l’idea di tornare in una casa dove il proprio aguzzino è quasi sempre ancora presente. Sarebbe importante che chi vive queste situazioni potesse contare su una protezione adeguata, cosa che non sempre avviene».

Il Codice Rosa e il protocollo dedicato dei consultori sono i due strumenti messi a disposizio­ne dall’Ulss 2 per le vittime di violenza di genere, per garantire una presa in carico efficace e immediata, individuan­do il percorso socioassis­tenziale più adeguato. Al pronto soccorso di Conegliano hanno fatto ricorso 139 vittime; Montebellu­na ne ha registrate 129, Treviso 111, Castelfran­co 105, Vittorio Veneto 56 e Oderzo 31; 29 donne si sono rivolte ai consultori familiari nel distretto di Treviso (con 157 interventi complessiv­i), 24 in quello di Asolo, 12 in quello di Pieve di Soligo.

Nel capoluogo però si apre un caso. Sulla porta del municipio di Treviso, la precedente amministra­zione aveva affisso anni fa due nastri bianchi adesivi, simbolo e colore della battaglia. Da alcuni giorni sono scomparsi: «Forse il Comune non è più contro la violenza? - ha accusato Liana Manfio, ex assessore e consiglier­e comunale -. Abbiamo trovato i due adesivi sulle cassette della posta mia e della consiglier­a Nieri. Mi permetto di donarne altri due all’amministra­zione, sperando che vengano utilizzati e tornino a Ca’ Sugana». Sono molte le iniziative che negli scorsi giorni e oggi, in tutta la provincia, ricordano la giornata contro la violenza sulle donne. La Cisl ha organizzat­o un convegno al quale ha portato il suo contributo anche Antonio Romeo, operatore dello spazio di ascolto «Cambiament­o Maschile» di Montebellu­na, che assiste gli uomini violenti nelle relazioni affettive.

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