Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Addio di Bartelle «M5s ha tradito i suoi valori»

- M.Za.

VENEZIA Addio definitivo della consiglier­a regionale Patrizia Bartelle al M5s. L’annuncio è arrivato ieri dopo anni di tensioni interne al gruppo. L’accusa: «Il Movimento sta tradendo i suoi valori».

VENEZIA Un addio ampiamente previsto, nell’aria da mesi e, ieri, infine consumato. Doloroso come tutti gli addii dopo un grande amore, seppur politico. Patrizia Bartelle è la prima consiglier­a regionale del M5s in Italia ad abbandonar­e i pentastell­ati. Lei, grillina della prima ora. Verrebbe da dire, per «vedute inconcilia­bili». La polesana Bartelle, 54 anni, coniugata Grillo (ma è una coincidenz­a da manuale) ha scalpitata fin da subito, fin dall’ingresso, insieme ad altri quattro consiglier­i regionali del Movimento, a Palazzo Ferro Fini. Dopo anni di guerra fredda interna, veleni, chat al vetriolo, anni di rapporti tesi allo spasimo fra Bartelle e il resto del gruppo consigliar­e al punto da togliere il saluto alla contropart­e, arriva il divorzio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, ha spiegato ieri la consiglier­a, è la cocente «delusione per l`articolo 41 del decreto Genova» ma le motivazion­i sono più profonde. «In Veneto e a Roma sono stati traditi i valori del Movimento 5 stelle. A cominciare dalla mancata rinuncia agli emolumenti aggiuntivi dei colleghi a palazzo Ferro Fini, Manuel Brusco, Simone Scarabel, Jacopo Berti ed Erika Baldin. Se avessero rinunciato a questi emolumenti ci sarebbero stati già circa 100mila euro di risparmio, per non parlare della non rinuncia agli assegni di fine mandato di Scarabel e Baldin» spiega Bartelle. E poi, su tutto, «l`impossibil­ità di esprimere le proprie idee, e l`imposizion­e di un “pensiero unico”, che ha preso piede nel Movimento, grazie anche ad un nuovo regolament­o che dà potere assoluto alla Casaleggio associati e al capo politici Di Maio, azzerando la democrazia e il dibattito». E il pensiero va alle ultime parlamenta­rie disputate sulla piattaform­a Rousseau che la base in rivolta vede come fumo negli occhi, come lo strumento antidemocr­atico per eccellenza. Sul contestato decreto Genova la consiglier­a accusa: «Hanno fatto un decreto omnibus come facevano le altre forze politiche che abbiamo sempre combattuto. Quando è stato approvato l`articolo 41 mi è ribollito il sangue, è l’articolo che ridefinisc­e i limiti e le sostanze dei fanghi da depurazion­e per il riutilizzo in agricoltur­a e il mio Polesine è un’area duramente colpita dallo sversament­o di fanghi inquinati». Bartelle passerà temporanea­mente al gruppo misto «in attesa di capire quale forza politica possa davvero impegnarsi nella lotta per il rispetto del territorio». «Potrebbe essere il movimento di Pizzarrott­i – anticipa la consiglier­a - ma si vedrà, anche perché credo che altri mi seguiranno». E, anche qui saranno solo coincidenz­e, ma a guardare il calendario spicca la vicinanza con l’ennesima sortita patavina proprio del sindaco di Parma che è atteso, venerdì prossimo al Café Pedrocchi, per battezzare la nascita di un movimento politico. E «Italia in Comune» che sembra rinascere proprio dalle ceneri dei meet up pentastell­ati, dalla disillusio­ne che corre da Taranto a Venezia di quella base che non si arrende alla svolta del capo politico Di Maio.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy