Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il paese che si autotassa per i defibrilla­tori A Casale era morta d’infarto una concittadi­na, hanno raccolto 12 mila euro

- Gianni Favero

TREVISO Le due giovanissi­me estetiste che l’avevano vista crollare nella sala d’attesa del loro negozio di Casale sul Sile, giovedì 29 marzo, avevano fatto il possibile per tenerla in vita fino all’arrivo dell’ambulanza. Seguendo le istruzioni al telefono erano riuscite a conservare le pulsazioni del cuore e lei era sopravviss­uta. Soltanto una decina di giorni, però.

Troppi quindici minuti di attesa per trattare un infarto di quel tipo. Sulla vicenda di Daniela Zuin, questo il nome della donna, 56 anni, il paese ha fatto poche chiacchier­e. Dopo le condoglian­ze alla famiglia ha messo mano al portafogli­o per acquistare ciò che l’episodio indicava con chiarezza. Quattro defibrilla­tori di ultima generazion­e, da installare nel capoluogo e nelle frazioni, per guadagnare minuti vitali nello sciagurato caso un simile evento si dovesse ripetere. Associazio­ni, aziende e cittadini singoli hanno raccolto ed sms ai manutentor­i in caso di malfunzion­amento. L’impiego degli strumenti comporterà in ogni caso l’immediato allarme anche al Pronto Soccorso più vicino, in modo da far partire subito un’ambulanza.

«Naturalmen­te speriamo che non debbano mai essere utilizzati – dicono i familiari di Daniela Zuin, fra i primi promotori dell’iniziativa di solidariet­à – e teniamo a far presente come sia stata la consapevol­ezza della loro utilità a far scattare, quasi spontaneam­ente, la generosità dei nostri concittadi­ni».

I familiari La consapevol­ezza della loro utilità ha fatto scattare la generosità dei nostri concittadi­ni

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In memoria Daniela Zuin un anno fa

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