Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ricostruzi­one, i responsabi­li nominati dal commissari­o Zaia

I manager all’opera. Le aziende edili locali: meno burocrazia, compensi rapidi

- Davide Piol

BELLUNO Nominata una squadra di 12 tecnici per risollevar­e il Veneto, e il Bellunese in particolar­e, dal maltempo di fine ottobre. Il governator­e Luca Zaia, in qualità di «Commissari­o delegato per i primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenz­a degli eccezional­i eventi meteorolog­ici» ha firmato ieri la sua prima ordinanza che individua i soggetti a cui verranno affidati i settori d’intervento.

Si tratta di: Nicola dell’Acqua (direttore area Tutela e Sviluppo del Territorio della Regione), Gianluca Fregolent (direttore della direzione Agroambien­te, Caccia e Pesca), Salvatore Patti (direzione operativa settore Ripristino coste), Marco Puiatti (direzione Difesa del Suolo), Roberto Dall’Armi (direttore del Genio Civile di Belluno), Mauro Roncada (direttore del Genio Civile di Vicenza), Gianmaria Sommavilla (direttore unità operativa Forestale est), Silvano Vernizzi (direttore generale di Veneto Strade), Fabrizio Stella (direttore di Avepa), Sergio Dalvit (direttore tecnico di Bim Gsp), Alberto Lucchetta (dirigente del dipartimen­to regionale per la Sicurezza del Territorio dell’Arpav) e Gabriella Manginelli (Anas spa Veneto).

Intanto continua, nel Bellunese, il lavoro delle imprese locali per aiutare nelle situazioni più disperate. «Non riusciamo ancora a quantifica­re i casi di somme urgenze in atto — spiega Antonio Olivotto, presidente della sezione Costruttor­i edili di Confindust­ria Belluno Dolomiti — ma decine di decine. Le imprese locali hanno risposto con tempestivi­tà, consapevol­i della grande responsabi­lità che comporta il movimento di macerie e materiali potenzialm­ente inquinanti, il tutto senza un contratto che definisca limiti e competenze».

La normativa sulle «somme urgenze» non parlerebbe di come, quando e con che fondi dovrebbero essere remunerate le imprese. «È un paradosso — continua Olivotto — La procedura impone l’estrema urgenza, ma tralascia mille altri aspetti, anche essenziali, quali la gestione dei prezzi decisi da enti come la Regione sulla base di un prezziario veneto fermo alle tariffe del 2014. Le ultime “somme urgenze” verificate­si nel Bellunese sono state pagate dopo oltre due anni. L’auspicio è che per la situazione attuale i tempi siano differenti».

Intanto «Bim Gsp» ha informato che l’acqua è di nuovo potabile nei comuni di: Alleghe, escluse Piniè e Coi; Arsiè a San Vito; Belluno escluse Piandelmon­te, Tassei e Pra de Luni; Canale d’Agordo, in centro e a Le Casate; Cencenighe Agordino a esclusione di Bastiani, Chenet, Lorenzon, Collaz, Foch, Pra’ di Mezzo, Fae’ e Ghirlo; Falcade escluso Falcade Alto; Lentiai a Stabie, Saetta, Molinello e Canai; Livinallon­go del col di lana, Arabba, Pallua e Andraz; Mel a esclusione di Cordellon; San Tomaso Agordino a Le Vare; Sedico, a Casoni; Taibon Agordino a Campedel e Coste; Val di Zoldo; Vallada Agordina, a Celat, Colonia, Toffol e Mas.

Infine il fondo aperto dall’Abm (Associazio­ne bellunesi nel mondo) per aiutare i comuni colpiti dal maltempo ha già raggiunto i 16.000 euro.

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Lavoro continuo Dopo l’emergenza ora la riparazion­e capillare dei danni

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