Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bcc, riforma chiusa Le otto venete di Cassa centrale già dentro il gruppo
VENEZIA Credito cooperativo, per il sistema Cassa centrale banca in Veneto la missione è compiuta. I trentini hanno già formalizzato l’adesione al gruppo bancario di 83 banche sulle 87 in Italia che avevano dichiarato la volontà di entrare. E le otto venete (Cortina, Prealpi, San Biagio, Adria-Colli Euganei, Rovigo, Alto Vicentino, Centroveneto e Vestenanova) ci sono tutte. Gli obblighi della riforma peraltro di recente sono stati riduscussi; ma con cambiamenti possibili solo a Bolzano. In ogni caso per le venete con Trento tornare indietro non si può più. Con le ultime assemblee di sabato, a Portogruaro (Venezia), per il nulla osta di Banca San Biagio, e ad Adria e Padova, dove con la contestuale fusione hanno sancito l’approdo a Trento anche Bcc Adria e Colli Euganei il quadro regionale è completo e il 1. gennaio il sistema trentino sarà pronto ad operare. A quello Iccrea manca ancora qualche passaggio ma non è escluso che per quella data anche il secondo player sia ai blocchi di partenza.
I capitoli non conclusi casomai riguardano la Federazione veneta Bcc sul cui destino le idee non sembrano affatto chiare. Secondo gli accordi, una trentina dei 35 dipendenti dovrebbe essere assorbito da Iccrea, dato che gran parte dei servizi alle associate finora forniti dalla Federazione ora saranno in capo agli uffici della Spa. Per qualche funzione residuale a Padova, dovrebbero restare cinque-sei addetti che evidenziano, per il loro numero, la sproporzione con un cda con presidente, due vicepresidenti e nove consiglieri, senza considerare revisori e probiviri. Macchina ferma da mesi e paralizzata da un’asimmetria del cda nelle appartenenze dei consiglieri-presidenti rispetto ai gruppi nazionali. Neppure sembra abbia avuto maggior fortuna il «tavolo paritetico» istituito alcuni mesi fa per dirimere questioni legate alla ripartizione delle quote nelle società partecipate (Cesve, Assicra, Nef poi finita a Trento), e la soluzione meno dannosa per la conservazione del patrimonio ora sembra essere una scissione proporzionale. In pratica ne deriverebbero due federazioni più piccole e dunque di ancora più dubbia utilità.
Nel frattempo i network dei due gruppi non rimangono fermi. Banca di Verona (Iccrea) ha annunciato la prossima apertura di una filiale ad Ala, in provincia di Trento, territorio d’elezione di Ccb. «Nessuna operazione commercialmente ostile – assicura il direttore generale dell’istituto scaligero, Valentino Trainotti – è uno sportello dI consulenza per le Pmi. Ala è in un territorio di naturale espansione, per omogeneità imprenditoriale, di quello veronese, ed è già del resto presidiato da Unicredit, Intesa e Volksbank. Iccrea e Ccb hanno valori comuni, non andiamo certo a pestarci i piedi».